Qualcuno ce l'ha con me e me lo ha anche fatto notare privatamente, perché ormai mi dedico solo più a elocubrazioni meditative e ho abbandonato la fase della crapula epicurea. Beh, non è che i miei pensieri siano ormai confinati in quella fase onirica a cui porta la pratica compulsiva delle arti marziali orientali, anzi questa mattina, devo dire che i miei affezionatissimi allievi, che avrebbero dato il loro braccio (sinistro) pur di non perdere la presenza del loro amato maestro, si sono completamente volatilizzati, lasciandomi a sorbire l'aperitivo alla Rosa in completa solitudine. Così in questo momento di abbandono solitario, ho avuto modo di ripensare all'incontro di ieri sera. Momento celebrativo certo, di un genetliaco importante per il gruppo, che non ha potuto fare a meno di trasformarsi in un inno alla gioia, attorno all'ospite centrale della serata, una porzione di carne di cerva di considerevoli misure e dimensioni, da giorni in attesa di essere celebrata assieme, naturalmente al padrone di casa. Come ogni volta gli anfitrioni, sono riusciti a superarsi, in qualità, fantasia e cura nell'approntamento del baccanale. Sulla quantità stendo un velo, se no poi mi parlate dietro. Intanto siamo stati accolti da un mojito gelato, che, fruendo della menta appena colta nel giardino, è stato approntato con cura certosina delle proporzioni.
Una serie ricchissima di pezzi rari, dalle più fresche formaggette, ancora saporose di latte, ad una scelta di tome delle valli a vari stadi di maturazione e quindi caci e pecorini di diverse provenienze, fino ad un monumentale cuneo di gorgonzola di rara morbidezza. Un estasi di profumi e sapori coronati da una serie di salsine, confetture di cipolle senapate e chutney inglesi ricercati. Una bottiglia di Sauternes profumato, denso, un vero e proprio inno all'arte casearia, ha dato un tocco di completezza tale, che anche i più riottosi, hanno dovuto dichiararsi vinti e procedere a diversi assaggi. Infine è spuntata una torta alle pesche bianche così morbida e caramellosa da renderci per un attimo tutti bimbi golosi che non sanno resistere all'invito della strega del bosco. E' naturale che non ci si riesca ad opporre alla dolce violenza di un dessert davvero ricercato e per noi nuovo e golosissimo e quindi avanti Savoia, fino alla consumazione totale e definitiva. Un obbligo ancora infine, per pulire la bocca e restituirci sereni all'ombra della notte, alcune palle di gelato su freschi mirtilli di bosco, annaffiati generosamente da un Calvados lungamente invecchiato o a scelta da un Ron di Trinidan i cui 65 gradi hanno dato a tutti la giusta sferzata per affrontare sereni e privi di paure per il domani, la notte.
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