Magazine Cinema
Regia: Daniel Cahen. Interpreti: Jean Reno, Michael Youn.
Non so dalle vostre parti, ma qui da noi l'atmosfera è parecchio grigia. La primavera tarda ad arrivare, nuvole grigie incombono ormai da un'eternità (per fortuna ha smesso di piovere) e c'è una gran voglia di leggerezza.
Così, quando la sera finalmente i bacarospetti sono a letto e c'è quel momento di pace in cui ci si rilassa un pò, pur armati delle più buone intenzioni, quando non si sviene sul divano, stremati, si guardano cosucce come queste qui.
Che si, è una scemenzina, ma è una scemenzina piacevole.
La storia è semplice semplice; Jacky è un cuoco dai gusti raffinatissimi che lavora solo in taverne e bistrot parigini dove i clienti consumano cibo decisamente poco sofisticato. Licenziato dall'ennesimo ristorante, trova un impiego come imbianchino in una casa di riposo per aiutare la compagna, ormai prossima al parto. La sua attitudine per la nouvelle cuisine lo porta tuttavia a intromettersi continuamente nella cucina. Per un caso fortuito attirerà l'attenzione di Alexandre Lagarde, grande chef in crisi di ispirazione. Con il suo ristorante minacciato da un giovane imprenditore,Lagarde offre a Jacky l'opportunità di lavorare al suo fianco per continuare a far brillare le stelle del suo prestigioso locale.
Sia mai che io mi lasci sfuggire qualcosa dove si parla di cucina!Qui l'incontro-scontro è tra una sorta di Gordon Ramsey (o Carlo Cracco, decidete voi) francese, forse un pochino meno incazzoso ma altrettanto celebre, ed un apprendista chef, dal buon cuore ed il palato raffinatissimo ma piuttosto incompreso.
Certo, vedere il mitico "Leon" così invecchiato e pure abbastanza imbolsito fa un certo effetto, ma Reno nel complesso diverte e si diverte. L'abbinamento, sempre per restare in tema culinario, con lo sconosciuto da noi (ma pare sia una star oltralpe) Michael Youn funziona abbastanza bene.
La sceneggiatura, ovviamente è esile esile, nonchè basata su quanto di più noto e sfruttato al cinema, la difesa di valori come la famiglia, l'amore ed il rispetto delle nostre tradizioni. Il risultato però, al contrario di altre volte, qui è semplice si, eppure garbato e mai volgare.
"Chef" quindi, è una commedia che non rimarrà sicuramente negli annali del cinema, eppure leggera come un sufflè e fresca come un sorbetto, perfetta per staccare la spina un paio d'ore.
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