Magazine Cucina
Oramai è un'abitudine: o arrivo prima di tutti o l'ultima. E non c'è modo di saperlo in anticipo.
Un mese fa allo Chef Academy di Terni c'è stato un bellissimo evento, un contest, una sorta di gara tra foodblogger e resident chef. Ma come faccio a chiamare competizione un'incontro tra le vecchie e nuove amiche, un'alleanza fulminea con gli chef, un lavoro di squadra e un divertimento a non finire? No, non posso, ed è anche per questo che non incito in continuazione la gente a votare me e le mie ricette. Non m'importa arrivare prima o ultima, per me non c'è gara, ma solo una splendida giornata vissuta in mezzo ai fornelli, nel full immersion tra mestoli, padelle e macchine fotografiche, ad alto tasso degustativo (24 piatti in un giorno come la vedete?) senza dimenticare di apprendere "i trucchi del mestiere".
Non è stato facile, lo confesso, anche se sono abituata alle maratone fuori e dentro cucina. Abbiamo iniziato il giorno prima con un denso programma culturale: Cascate delle Marmore, Basilica di San Valentino (il santo patron di Terni), il giro per il centro della città per arrivare ad una cena ricca di portate, di sapori e di tradizioni.
Il giorno dopo: l'appuntamento alle 8 in albergo, un breve tragitto alla scuola e via alle danze!
Innanzitutto, chi eravamo? Sandra Pilacchi, mamma dei miei adorabili Rosé e Champagne, Simona Mirto,
Velia de Angelis che facevamo parte della categoria "foodblogger nazionali", Amy Gulick, Georgette Jupe ed io in categoria "foodblogger stranieri" (e qui mi veniva da ridere, in quanto sono abituata ad essere considerata da sempre una blogger italiana.) Divise in 3 gruppi, siamo state "abbinate" ad uno degli chef: Iside de Cesare, Maurizio Serva e Maurizio di Mario con la "supervisione" di Andrea Goracci.
Ero in coppia con Simona, la prima sessionel'abbiamo fatta con Iside e con i suoi ragazzi allievi. Tutti bravi. . Sotto alcuni scatti durante il lavoro (io davo forse più fastidio che aiuto, con scatti, click, tweet ecc, però la mia parte social l'ho fatta!). Dpèp aver mandato a visionare agli chef alcune nostre ricette, loro ne hanno selezionate 4 a testa (due per il mattino e due per il pomeriggio) che, però, andavato rivisitate e trasformate insieme alle nostre "guide spirituali", ovvero, gli chef. Confesso, le mie quattro ricette, semplicissime, sono diventate eleganti, ricercate e irriconoscibili. Eccola, la magia della trasformazione!
Questo era il fritto di paranza in saor, diventato filettino di sogliola steccato, fritto e marinato, servito con le cipolle e le patate croccanti, e con la crema della cipolla marinata.
Questa invece, dalla crema di patate e scarola alle acciughe e peperoncino è diventata signora vellutata con un sandwich di triglia, julienne di patate dorate, un fiore di zucca e gocce di alici.
Dopo i cucinamenti - pranzo a base di 12 portate (8 salate e 4 dolci), una breve pausa e di nuovo in cucina. Ma cambiando sala e "prof". Mi è toccato fare la pasticcera, e qui mi sono arresa, in un certo senso, ovvio. Sapete tutti che con i dolci non ci faccio niente, non li mangio, non li preparo e vivrei benissimo senza, solo che DEVO saperli fare. Però con Maurizio di Mario, pazzo-pazzo, ma troppo forte, ci siamo divertiti talmente tanto che non ho rimpianto nemmeno per un attimo di esser stata destinata alla pasticceria. Ha completamente reinventato le mie semplicissime proposte, e i suoi allievi sono stati talmente in gamba che hanno riprodotto tutto quanto senza alcuna difficoltà.
Quel che era Panna cotta di yogurt all'aranca e amaretti è rinato come cono di cioccolato con panna cotta, salsa alla cannella, crumble di amaretti e gelato all'arancia.
Invece una mela in carrozza, proprio come una principessa, è diventata un tosat con le mele saltate, impanato con le nocciole e fritto, abbinato al gelato-semifreddo alla nocciola ricoperto di cioccolato. E abbiamo pure scherzato su, che è un lunch box da passeggio: tramezzino e gelato.
Qui potrete trovare tutte le nostre ricette rivisitate, è stato bello e divertente mettersi alla prova.
Peccato che la sera ho dovuto scappare invece di rimanere: mi aspettava una fotosessione di mezzanotte e la partenza per Verona, ma questa è un'altra storia.
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