Che la cucina sconfini nell’erotismo penso sia risaputo, ma
ieri sera la puntata di Rubio (diventato orami appuntamento settimanale
immancabile) è stata davvero piccante e intrisa di strutto, in tutti i sensi.
Dopo un primo approccio in lontananza con la grassa Bologna, osservata dallo chef
dal buco di un tortellino, Rubio si fionda all’interno della città a piedi
uniti, come un difensore di calcio degli
anni ottanta. Lo chef non ama i convenevoli, al bando le posate, fette di
mortadella (senza pistacchio “quella col pistacchio la mangiate a Roma”,
risponde tra il piccato e l’ironico il salumiere) ingurgitate senza nessun tipo
d’imbarazzo, salse di pomodoro condite con lo strutto e sacrificate alla
scarpetta con una tigella, l’erbazzone (e non “er bazzone” come tiene a
sottolineare Rubio) trangugiato mentre cammina per strada. E poi l’incontro con
Marisa, classica donna bolognese con una forte carica erotico/culinaria. E il
baffo di Rubio, che fino ad ora aveva filtrato e degustato per primo tutte le delizie
unte e bisunte bolognesi, pare assumere una postura di battaglia, in assetto di
guerra. Lo chef lo liscia ripetutamente ammiccando alla bionda Marisa che non
disdegna gli sguardi accattivanti dello chef pluritatuato. La gara delle rane in
umido è solo un pretesto per un flirt che prenderà possesso di tutta la seconda
parte della puntata. La conclusione? Marisa vince la sfida delle rane, vittoria
sancita da una schiera di nerboruti e affamati camionisti emiliani e la puntata
si chiude con un alto tasso erotico, quasi vietato ai minori : la cuoca
bolognese unge un pezzo di pane nel sugo avanzato delle rane e letteralmente
imbocca, in maniera vigorosa e prepotente, un Rubio godereccio al limite dell’estasi.