Cari nipoti, posso dirvi che in Valle ho contribuito alla costruzione di centrali, inceneritori, ascensori, strade, funivie..., tutto in nome dello sviluppo sostenibile e del turismo dolce!
Secondo Valerio Cappelletti (presidente della Consorteria di Cheneil, amministratore delegato delle funivie Cime bianche di Valtournenche, amministratore delegato della Edil Cervino, membro esperto del paesaggio (sic!) nella commissione edilizia del Comune di Valtournenche ecc ecc), la Conca di Cheneil, definita una perla delle alpi, così com’è e cioè nel suo stato incontaminato, sarebbe una rovina (per gli affari). Per darle un senso (per poterla sfruttare pienamente), occorrono un ascensore e una strada larga tre metri; progetti già approvati dalla Regione, la stessa che in altri casi si appella al concetto di turismo dolce ed ecosostenibile. Vi ricordo l’intervento di Manuela Zublena, assessore all’Ambiente e Territorio, nel recente convegno “Esperienze di confronto di turismo alpino. Innovazione e buone pratiche. Cultura alpina a confronto”, dove ha presentato come esempio di eccellenza il progetto di Saint-Marcel, cioè: “un turismo dolce, sostenibile, che nasce in modo semplice dalla popolazione, non calato dall’alto, capace di esprimere il paese nelle sue diverse componenti. La Valle d’Aosta non è stata esente in passato da una certa deriva nella tutela del paesaggio, in particolare nell’edificazione. Il turismo di quegli anni ha stravolto il tessuto sociale. Questo nuovo progetto va in senso inverso: respinge le velleità di speculazione edilizia, non incentiva grandi strutture, promuove la valorizzazione di ciò che c’é, favorisce la riscoperta del territorio e il recupero del patrimonio. (ANSA). Invece l’ascensore e la strada di Cheneil sono calati dall’alto! Incentivano la speculazione edilizia, stravolgono il paesaggio, senza nessun rispetto per la popolazione che si è dimostrata contraria alla loro realizzazione. Non sono bastate le firme, gli appelli degli intellettuali, le marce, lo scempio si farà! Grazie.