Sorry I’m Late (fonte: Cher Lloyd – Facebook)
Ci sono album che aspetti perché sei un fan (Nicki Mianj), ci sono album che aspetti perché sai che non ti deluderanno (Taylor Swift), e poi ci sono album che sai che usciranno e di cui pensi non ti interesserai troppo, ma poi ti accorgi che meritano molta più attenzione di quanto tu pensassi.
E’ questo il caso di “Sorry I’m Late” di Cher Lloyd, secondo disco della cantautrice/rapper inglese resa celebre grazie alla sua partecipazione ad X Factor. Questo disco arriva a più di due anni di distanza dalla pubblicazione della sua opera prima “Sticks and Stones”, a seguito di un periodo un po’ turbolento per la carriera di Cher, che ha abbandonato l’ala protettiva del boss di X Factor Simon Cowell ed ha cambiato casa discografica, che l’ha costretta a ritardare l’uscita del disco di qualche mese. Anche la promozione è stata abbastanza strana per questo disco: dopo aver pubblicato il primo singolo “I Wish” a settembre scorso e aver fatto seguire un lungo periodi di silenzio, da questo mese di marzo invece sul canale VEVO di Cher sono stati pubblicate 5 canzoni.
Questa strategia di rendere disponibile mezzo album in anticipo è stata sicuramente insolita e anche abbastanza rischiosa, però ha svelato dei brani davvero interessanti e dallo stile diverso che hanno fatto crescere l’attesa per “Sorry I’m Late”.
L’opinione generale è ottima: “Sorry I’m Late” è davvero un bel disco pop, zeppo di belle canzoni che si dividono in “festaiole” e “intime”. Le festaiole sono tutte molto giocose ma non infantili, tutte orecchiabili: “Just be mine” apre il disco con un beat accattivante, “Dirty Love” fa venire voglia di saltare, in “Killin it” Cher mette in mostra la sua faccia tosta.
Sirens – Youtube
Ma sono le canzoni intime il vero pezzo forte del disco: “Goodnight” è in pratica una ballata country fatta da voce e chitarra, “Sweet Despair” trasuda disperazione come suggerisce il titolo, “Human” è talmente bella che infonde fiducia e speranza in chiunque la ascolti. Ma è “Sirens”, il secondo singolo, la traccia capolavoro: Cher la interpreta in modo magistrale: appassionata, sofferente, combattiva, si sente che il testo è davvero vissuto e non sono parole messe lì a caso. Ed è facile commuoversi con tutte queste emozioni che Cher libera con la sua potente voce.
Un disco molto bello, vivace, mai banale, moscio o pigro, sempre interessante, sia nei lenti che negli uptempo. “Sorry I’m late” è adatto a tutti i tipi di pubblico: non si può negare la bellezza di canzoni come “Sirens” e “Human”, così come non si può resitere al divertimento e alla passione degli altri brani. Molti probabilmente non la prenderanno sul serio, ma Cher Lloyd ha realizzato un album che vale davvero la pena di ascoltare.
Ciao a tutti!!!