Difficile pensare che siano passati ben 25 anni dal disastro nucleare di Chernobyl. Sembra essere un’argomento che non ha mai abbandonato le bocche degli abitanti di questo”strano” pianeta. Un po’ come tutte le notizie, ogni tanto è stata accantonata, ma subito rispolverata ad ogni occasione. L’ultima, la più tragica, in concomitanza con l’incidente ai reattori atomici di Fukushima, colpiti dalle scosse di terremoto e dallo tsunami che ha investito le coste del Giappone l’11 marzo scorso.
Chernobyl, cento volte Hiroshima. Un “piccolo” malfunzionamento che ha cancellato la vita di chi abitava nel pressi dell’impianto e che ha costretto a ricorrere ai ripari milioni di persone in tutto il mondo. Una catastrofe che ha riscritto la storia dell’uomo moderno. Una dannata combinazione di errori che quel giorno, il 26 aprile 1986 sulle rive del Pripyat Rive, posero fine ai test all’interno della centrale e diedero inizio al disastro nucleare più grande che la storia abbia mai conosciuto; fino a Fukushima.
All’1 e 23 del mattino di quel 26 aprile 1986 il reattore numero quattro dell’impianto nucleare di Chernobyl esplose. Il nocciolo cominciò a fondersi e tonnellate di radiazioni a disperdersi. La centrale continuò a bruciare per dieci giorni, la lista delle conseguenze di quel disastro invece deve ancora chiudersi.
Il resto è tutto scritto nella storia dell’umanità, a caratteri indelebili. Una storia che non è fatta di sole parole ma di migliaia di persone, circa 600mila, che hanno cercato nei primi giorni di spegnere le fiamme e che hanno lavorato per imprigionare il suolo e le acque contaminate dalle radiazioni e nascondere l’orrore atomico all’interno del famoso sarcofago di cemento armato.
Ben più difficile invece e stimare le vittime dello scempio nucleare ucraino. I morti riconducibili direttamente all’esplosione e ai danni a breve termine ammonterebbero tra 30 e 65. Ma calcolare quante vite ha mietuto e mieterà Chernobyl nelle zone contaminate dai radionuclidi è pressoché impossibile. Le stime più ottimistiche parlano di 4000 decessi mentre le più nere hanno cifre a cinque zeri.
Questo minuto di lettura e di memoria e dedicato a tutte le vittime dei disastri nucleari compiuti per mano dell’uomo.
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