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Vorrei partire dall’ultimo atto, quello che ci ha dato la possibilità di scambiare qualche parola sul palco del FIM: che giudizio date dell’esperienza e del vostro primo atto live?
Carlo Bordini- Un giudizio molto positivo, è stata per noi una grande emozione il fatto di poter presentare al FIM un lavoro originale al quale ci siamo dedicati con entusiasmo. Anche il pezzo dal vecchio disco col quale abbiamo chiuso il concerto è stato eseguito dal vivo per la prima volta in assoluto in quell'occasione.
Nell’occasione è stato presentato il vostro album, “il Pozzo dei Giganti”, che celebra il ritorno sulla scena musicale dei Cherry Five dopo quarant’anni: cosa vi ha spinto verso questo progetto?
Carlo Bordini- Il progetto nasce originariamente dal mio incontro con Gianluca De Rossi con il quale volevamo far rivivere il clima di Rustichelli e Bordini. Strada facendo mi sono reso conto che dal punto di vista compositivo il progetto mi stava stretto e quando la Black Widow Records ci ha proposto di riprendere il discorso dei Cherry Five ho pensato di sfruttare quel nucleo iniziale come primo passo del nuovo progetto.
Mi raccontate il contenuto dell’album… il messaggio e la proposta prettamente musicale?
Gianluca De Rossi- L’album è chiaramente ispirato ad alcuni episodi della Divina Commedia di Dante, uno per cantica: “Il Pozzo dei Giganti” (che poi ha dato il titolo all’intero lavoro) dal canto XXXI dell’Inferno, dove Dante e Virgilio incontrano i terribili Giganti incastonati dalla cintola in giù in un pozzo posto tra l’8° e il 9° cerchio, in cui i due poeti vengono delicatamente adagiati dal Gigante Anteo, “Manfredi” dal Canto III del Purgatorio, in cui il discendente dell’Imperatore Federico Barbarossa appare come un padre pentito, premuroso e desideroso di riallacciare il legame perduto con la figlia Costanza e prega Dante di fare da tramite, e infine “Dentro la cerchia antica”, dal Canto XV del Paradiso, dove la Firenze antica viene vagheggiata come città pudica e onesta in contrapposizione con quella vile e corrotta contemporanea all’autore, molto simile alla società italiana di oggi. Il messaggio quindi è che le tematiche dell’opera dantesca non sono relegate all’epoca in cui venne scritta, ma sono temi universali ancora attuali. La musica è il rock progressivo sinfonico degli anni ’70, con tanto di strumentazione vintage, soprattutto per quanto riguarda le tastiere (Hammond, Mellotron, Minimoog etc), cui si sono naturalmente innestate altre influenze, quali il rock, il jazz, la musica italiana, che sono parte del DNA musicale di tutti i componenti del gruppo.
Posseggo una delle copie numerate realizzate per il FIM… non so se è la versione definitiva, ma il poster interno è grandioso: come è nato l’artwork?
Gianluca De Rossi- No, non lo è, è una tiratura limitata di 100 copie stampate appositamente per il FIM, ma l’immagine del poster è praticamente quella che sarà la copertina definitiva disegnata dalla pittrice Daniela Ventrone appositamente per noi. Non si tratta di una semplice illustrazione, ma è la sua personale visione del “Pozzo dei Giganti”, intitolata: “Sedotti dalla Superbia”; infatti, accanto ai Giganti incastonati nella terra, appare una figura femminile demoniaca, la “Superbia” appunto, mentre le due piccole figure sul retro, che si muovono nel roccioso paesaggio infernale, sono proprio Dante e Virgilio.
E’ prevista l’uscita anche in vinile?
Gianluca De Rossi- Sì, certo, è sempre stata questa l’intenzione della Black Widow.
Come funziona la fusione tra i membri “fondatori” e i “nuovi”?
Pino Sallusti- Tra i vecchi e nuovi membri della band c’è molta sintonia ed armonia, ognuno cerca sempre di dare il massimo in ogni aspetto del progetto, che ormai ciascuno di noi sente suo, e questo si ripercuote in maniera significativa sulla musica. Non c'è, a mio parere, solo tecnica, ma soprattutto anima in quello che facciamo e credo che la cosa si senta.
Quali sono le più grandi differenze nel proporre la vostra musica oggi, rispetto a qualche lustro fa?
Carlo Bordini- Dopo quarant'anni le esperienze artistiche accumulate cambiano il modo di interpretare e di intendere la musica. Questo album nasce da un gruppo nuovo che si è formato intorno a Toni Tartarini e a me, dove ognuno porta qualcosa di sé creando nel complesso una grande armonia. Non volevamo copiare quegli anni irripetibili ma coniugare le sonorità prog di allora con elementi diversi provenienti dalle nostre storie musicali.
Come ho già raccontato pubblicamente, una persona che ha ascoltato il vostro album mi ha confessato di essersi emozionato, arrivando quasi alle lacrime: è questo lo scopo più alto della musica?
Pino Sallusti- La musica deve emozionare, il suo scopo, come quello di ogni forma artistica, è quello di entrare in profondità nell'anima di chi ne fruisce. Deve prenderti e portarti in alto, farti vedere le cose che ti circondano da altre prospettive, farti ridere, piangere, amare, entusiasmare. Chi riesce a regalare un'emozione a qualcuno fa musica, altrimenti sta facendo un'altra cosa.
Come raccontereste la vostra proposta a chi non ha mai avuto la possibilità di ascoltarvi?
Antonio Tartarini- La sintesi di un viaggio durato 40 anni attraverso la musica vissuta da cinque individualità provenienti da mondi e da epoche differenti. L'ispirazione alla Divina Commedia di Dante ha portato in questa "sintesi" momenti di forte emozione
E adesso… che cosa possiamo aspettarci dai Cherry Five?
Antonio Tartarini- Tanta Musica dal vivo!
Line up Tony Tartarini-voce Carlo Bordini-batteria e percussioni Pino Sallusti-basso elettrico ed acustico Ludovico Piccinini-chitarre Gianluca De Rossi-Hammond C3, Mellotron M400, Honer Clavinet D6, Fender Rhodes MK II, Yamaha CP 330, Roland JX8P
Track List 1.Il Pozzo dei Giganti - Inferno XXXI (24’53) 2.Manfredi - Purgatorio III (16’21)
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