
Buonasera miei amati lettori!Oggi è di nuovo giovedì e di conseguenza è tempo per il nostro appuntamento abituale con Chi ben comincia, rubrica ideata da Alessia del blog de Il profumo dei Libri. Adoro questo rubrica, mi piace scegliere un libro da condividere con voi e scoprire insieme gli incipit che sono il biglietto da visita, insieme alle cover, per ogni buon libro.
Le poche regole della rubrica:- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato- Aspettate i commenti
L'incipit che voglio condividere con voi oggi è quello della mia attuale lettura. Attesissimo seguito della serie di Mara Dyer. Pronti?

Io non sono Mara Dyer diMichelle Hodkin
Prologo«Lo amerai fino a distruggerlo.»Quelle parole mi rimbombavano nella mente mentre correndo mi aprivo un varco attraverso gruppi di persone sorridenti. Luci intermittenti e urla di felicità si fondevano in un miscuglio di suoni e colori. Sapevo che Noah era dietro di me. Sapevo che mi avrebbe raggiunto. Ma i miei piedi tentavano di fare quello che il cuore non poteva: lasciarselo alle spalle.Quando non ebbi più fiato, mi fermai davanti a un clown dallo sguardo malizioso che indicava l’entrata della casa degli specchi. Noah mi raggiunse senza fatica. Mi costrinse a voltarmi verso di lui e io rimasi lì, con il polso stretto nella sua presa, le guance rigate di lacrime, il cuore lacerato dalle parole di quella donna.Se veramente lo amavo, aveva detto, dovevo lasciarlo andare.Magari lo avessi amato abbastanza.
1reparto psichiatricolillian e albert rice
Miami, Florida
Un mattino di un giorno indefinito mi svegliai in un ospedale indefinito e trovai un’estranea seduta nella mia stanza.Con calma mi misi a sedere – mi faceva male la spalla – e osservai attentamente l’estranea. Aveva i capelli lunghi castano scuro, ma grigi alla radice, occhi castani con una fitta rete di zampe di gallina ai lati. Mi sorrise e tutto il suo viso si animò.— Buongiorno, Mara — disse.— Buongiorno — risposi. La voce era bassa e roca. Non sembrava la mia.— Sai dove ti trovi?Forse non si era resa conto che il cartello con le indicazioni del piano era appeso oltre il vetro dietro di lei, e la mia visuale dal letto era perfetta. — Mi trovo nel reparto psichiatrico Lillian e Albert Rice — risposi. Ovviamente.— Sai chi sono io?Non ne avevo idea, ma cercai di non darlo a vedere. Non me lo avrebbe chiesto, se quello fosse stato il nostro primo incontro. E, se ci eravamo già conosciute, dovevo ricordarmi di lei. — Sì — mentii.— Come mi chiamo?Accidenti. Il mio petto prese ad alzarsi e abbassarsi velocemente per il respiro affannoso.— Sono la dottoressa West — disse con calma. La sua voce suonava calda e amichevole, ma per niente familiare. — Ci siamo conosciute ieri, quando sei stata portata qui dai tuoi genitori e dall’ispettore di polizia Vincent Gadsen.Ieri.— Te lo ricordi?

Che ne dite? Lo trovate interessante? L'avete letto? Amato? Aspetto i vostri commenti, e se volete condividete con me il vostro incipit.
Stay tuned!Xoxo, Giò
