Chi ben comincia... #16

Creato il 17 luglio 2014 da Valentina Seminara @imatimehunter

Chi ben comincia è una rubrica a cadenza settimanale -anche se io sono un po' lunatica e a volte salto sorvolo la questione ordine- ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri, e consiste nel condividere con voi lettori le prime righe dell'incipit di un romanzo che ho letto/sto leggendo/leggerò per indirizzarvi positivamente o meno verso la lettura in questione.
Se state leggendo questo post, sappiatelo: sono a mare. FINALMENTE. La prima volta al mare quest'estate per la sottoscritta! MA! Questo non significa che vi ignorerò. Spero di riuscire a preparare i post per tutta la settimana ed ho a mia disposizione una sola ora di domani (più ieri notte!!). Comunque sia, in questo post regna la Mafi, non io al mare. Lei ed il suo bellissimo Ignite Me, che mi sta facendo dannare all'ennesima potenza. Bello? Quest'aggettivo è impotente di fronte a lei. Tradurla e rendere contemporaneamente la bellezza del suo stile è un po' complicato, ma ecco cos'è uscito fuori. Ovviamente, chi non ha letto Unravel Me sarà un po' confuso. Ma non ci sono spoiler grossissimi o intuibili.
Ignite Medi Tahereh Mafi
Sono una clessidra.
I miei diciassette anni sono crollati su di me e mi hanno sepolta dall'interno. Le mie gambe sembrano piene di sabbia e cucite insieme, la mia mente straripante di granelli d'indecisione, scelte non fatte e impazienti mentre il tempo corre via dal mio corpo. La piccola mano di un orologio picchietta su di me all'una e due, tre e quattro, sussurrando ciao, alzati, in piedi, è tempo di
svegliarsi
svegliarsi
"Svegliati, " sussurra lui.
Una brusca immissione di respiro e sono sveglia ma non in piedi, stupita ma non spaventata, in qualche modo fissando dei disperati occhi verdi che sembrano fin troppo, troppo bene. Aaron Warner Anderson è piegato sopra di me, il suo sguardo preoccupato mi ispeziona, la sua mano sospesa in aria come se fosse stato sul punto di toccarmi.
Sobbalza indietro.
Rimane fermo, senza sbattere le palpebre, il petto si alza e si abbassa.
"Buongiorno" presumo. Non sono sicura della mia voce, dell'ora e di questo giorno, di queste parole che lasciano le mie labbra e di questo corpo che mi contiene.
Noto che lui indossa una maglietta bianca, per metà fuori dai pantaloni curiosamente non sgualciti. Le maniche sono ripiegate, spinte sopra i gomiti.
Il suo sorriso sembra come fare male.
Trascino me stessa fino a mettermi seduta e Warner si sposta per favorirmi. Sono costretta a chiudere gli occhi per fermare le vertigini improvvise, ma mi sforzo di rimanere immobile finché la sensazione passa.
Sono stanca e debole e affamata, ma oltre ad alcuni dolori generali, mi sembra di stare bene. Sono viva. Sto respirando e sbattendo le palpebre e sentendomi umana e so esattamente perché.
Incontro i suoi occhi. "Mi hai salvato la vita."
Eh, Juliette, lo vorremmo tutti un risveglio come il tuo. Questa scena, questo primo capitolo, è già così intensa che non hai nemmeno bisogno di ricordare com'era finito il libro precedente: ti c'immergi e basta, anche solo per il piacere di sentirla scorrere sotto pelle. Dimenticatevi di Adam. Un bel po' di cose stanno per cambiare, ma in primis è proprio Juliette quella che accoglierà un cambiamento irreversibile. Sto amando la lettura di questo libro iniziato da pochi giorni e quasi ultimato, non ci credo ancora che la serie sia già finita. E' un vero peccato che la Rizzoli l'abbia interrotta, impedendo a tutti quelli che leggono solo in italiano di godersi una splendida storia come questa. Non voglio dirvi di più perché a quello ci penserà la recensione. Solo, se ne avete la possibilità, leggete la serie in inglese, rende molto di più! Perdonatemi se la traduzione non è perfetta o bella come dovrebbe, ma parliamo pur sempre della Mafi, il suo è uno stile molto difficile da imitare. Che mi dite voi? So che questo non è molto, ma Warner e Juliette non sono carinissimi (e anche qualcosa di più)?

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