Buongiorno e buon lunedì.
L’incipit di oggi non è casuale, in quanto ultimamente è nato l’interesse per le graphic novel. Informandomi un po’ ho letto di Sandman di Neil Gaiman: magari un giorno comprerò la serie!
Era in prigione da tre anni, Shadow. E siccome era abbastanza grande e grosso e aveva sufficientemente l’aria di uno da cui è meglio stare alla larga, il suo problema era più che altro come ammazzare il tempo. Perciò faceva ginnastica per tenersi in forma, imparava i giochi di prestigio con le monete e pensava un sacco a sua moglie e a quanto la amava.
L’aspetto più positivo del fatto di essere in prigione, secondo lui – forse l’unico aspetto positivo – era una certa sensazione di sollievo. Sollievo all’idea di aver toccato il fondo. Non si doveva più preoccupare di essere preso, perché era già stato preso. Non aveva più paura di ciò che avrebbe potuto riservargli il futuro, perché il passato ci aveva già provveduto.
Non era importante, se si era davvero colpevoli del reato per cui ti avevano avevano messo dentro. Gli uomini che aveva incontrato in quei tre anni non si davano pace: c’era sempre un particolare che le autorità avevano frainteso, pensavano, qualcosa che secondo loro avevi fatto mentre tu non l’avevi fatto per niente, oppure non esattamente nel modi in cui dicevano. La sola cosa importante era che ti avevano beccato.
Neil Gaiman
America Gods