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“Alfredo Binda 2011”; la britannica Emma Pooley stravince la prova italiana, dopo aver staccato con il calendario il resto del plotone.
IL TROFEO BINDA RITORNA E TUTTE LE MIGLIORI CI SARANNO. RIUSCIRA’ LA FORMICA ATOMICA EMMA POOLEY A DIFENDERE L’AFFERMAZIONE 2011? APPUNTAMENTO IMPORTANTE QUINDI, MA NON SOLO DAL LATO MERAMENTE AGONISTICO.
Dopo aver suonato tutte nella prova dell’anno scorso, Emma Pooley difende il numero “1” attaccato alla maglia. Torna in scena la Coppa del Mondo, che con Cittiglio (2^ prova) offre una delle corse più importanti del calendario internazionale.
Nonostante chi scrive coltivi ardita speranza che una certa ciclista italiana (di cui notoriamente non ricordo il nome) regali una sorpresa, va detto che si conferma la tradizione di una lista partenti al meglio del panorama mondiale. Certamente l’effetto dell’internazionale di Camin ha fatto da spaventoso traino, ma comunque è intuibile che Emma Pooley avrà una lista di avversarie che difficilmente ripeteranno il piatto finale di corsa dell’anno scorso. In vista della gara, importante per tutte, ci sarà anche un motivo più .….burocratico a rendere interessante l’arrivo della corsa di Cittiglio.
Diversi giorni addietro a Casalzuigno (Varese) si è tenuta la quarta edizione di Bici&Mimosa; con la partecipazione di profondi conoscitori del movimento ciclistico italiano. Si è parlato anche guardando alla riunione varesina delle cicliste italiane, per decidere quali saranno le loro rappresentanti ai tavoli che contano, sull’argomento riguardante il lato economico dell’essere una ciclista. Momento messo in agenda per il 24 marzo proprio a Cittiglio per decidere, come ha detto Noemi Cantele; “…cosa vogliamo essere, se professioniste o no”. Questi alcuni estratti copiati di sana pianta dal sito del Trofeo Binda. Non è per niente elegante, ma pensando a chi lo fa d’abitudine e non lo dice, fate voi.
Angelo Zomegnan; “Mario Minervino da una corsa ha creato un evento – ha esordito – bisogna imparare. Il ciclismo femminile deve guardarsi dentro e trovare la via per l’emancipazione. Io colgo il messaggio che in questi anni le donne hanno vinto più degli uomini e per questo chiedono più spazio. Però le donne cicliste devono essere più professioniste. Non c’è segmento sportivo in trend positivo di marketing quanto quello femminile; questo deve essere il cavallo di battaglia. Ma loro devono imparare ad essere più professioniste”
Il Pro Tour nacque anche con questo intento, quello di sostenere il ciclismo femminile. Però poi il progetto è abortito. Quale Ente organizzatore la Gazzetta propose la Primavera Rosa. Però, secondo me. le donne non devono associarsi con gli uomini ma devono proporsi per le proprie prerogative”
Valentina Carretta; Per noi giovani non è positivo questo momento così difficile; noi non abbiamo alcuna garanzia sul nostro futuro”.
Noemi Cantele; “Da gennaio ci siamo associati all’ACCPI. Stiamo cercando di fare lobby con gli uomini e questo è stato il primo passettino. Per noi donne chiedere il minimo contrattuale vorrebbe dire far smettere molte atlete di correre. Ma è la strada da seguire anche se dobbiamo capire bene come fare questo passo avanti. Il mio obiettivo è quello di creare squadre femminili nell’ambito delle squadre maschili più importanti al mondo. Il prossimo 24 marzo a Cittiglio avremo un incontro con le mie colleghe perchè siamo alla svolta: dobbiamo decidere cosa vogliamo essere, se professioniste o no”.
VERSO LA GARA, TENIAMOLE D’OCCHIO;
Nicole Cooke – 29 anni – Gran Bretagna; non vince una corsa veramente importante da tre anni e mezzo. Nel ciclismo sono un’eternità. Legge dei grandi numeri, vorrai mica saltar fuori adesso?
Marianne Vos – 25 anni – Olanda; è la Numero 1, la prima ciclista da battere se vuoi vincere una cosa che vale. A 24 anni aveva vinto già tutto dappertutto, ma non parlatele di Mondiali su strada e italiane.
Monia Baccaille – 28 anni; compagna di team di un’impareggiabile ciclista vicentina, in caso di volata (difficile si verifichi) cercate una maglietta giallo-vivo. Potrebbe scapparci la sorpresa. Tanto bellina, ma se piglia la ruota giusta….
Giorgia Bonzini – 29 anni; come la Cooke pensa fortissimamente a Londra da gennaio. Di vincer Mondiali s’è stufata (!) e ora vuole l’oro inglese. Quando vede salite che superano i tre o quattro chilometri si mette l’animo in pace e amen, ma se non la staccano prima del traguardo sono guai per tutte, Vos in primis (chissà perché…).
Emma Pooley – 30 anni – Gran Bretagna; cerca il tris. L’anno scorso la formica atomica tirò legnate a tutte, e se c’è da cercar qualcuna che voglia far corsa battagliata è capace di alzare la mano urlando; “Prima io, prima io!!”. In inglese, ovviamente.
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