Renata D’Amico, (Mozambico 11 luglio 1960) scrittrice e consulente olistica, opera nell’ambito della crescita personale.
Laureata a Siena in filosofia (indirizzo etno-antropologico), Rebirther e Reiki Master, con una formazione triennale in counseling e astrologia evolutiva, svolge incontri, sia individuali che di gruppo, mirati a favorire il contatto con le risorse interiori e lo sviluppo delle proprie potenzialità. Allieva e assistente di Prembodhi, creatore del Tarocco intuitivo, si occupa da trent’anni di strumenti di divinazione, quali messaggi dell’Universo che aiutano ad accrescere la propria consapevolezza.
Ha pubblicato i romanzi, Mamana Arminda (Erre Emme, 1995), Similaun, (id. 1996, ed. tedesca 1997) e Chi di noi due? (Absolutely Free, 2010). Ha collaborato per molti anni con il Centro Teatrale Ziggurat di Trento per il quale ha curato diverse drammaturgie su tematiche sociali. L’ultima, Non parlare di me, monologo per una donna, è edita da Titivillus (2007).
Nel 2000 il romanzo Mamana Arminda è stato segnalato nelle Guide edt del Mozambico, Lonely Planet, e nel 2008 è stato tema di discussione per una tesi di laurea in sociologia della letteratura, dal titolo La ricerca della identità nella narrativa di Renata D’Amico, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Nel 2008 ho ricevuto il Premio Totemblueart regionale per il settore narrativa.
Conduce percorsi di scrittura narrante per istituzioni e scuole di teatro.
Il suo blog:http://lamemoriadellanima.blogspot.com/
Titolo: Chi di noi due
Autore: Renata D’Amico
Serie: #
Edito da: Absolutely Free Editore
Prezzo: 7,95 euro
Genere: narrativa, sentimentale
Pagine: 81 pg.
Voto:
Trama;
C’era un ragazzo chiamato Michele, come l’arcangelo,nato senza il mignolo del piede e soprannominato per questo l’Incompleto. Era cresciuto con suo nonno a Villa Paradiso e da grande voleva fare il poeta viaggiatore. C’era poi Iris la matta, quella che parlava con gli angeli e che Michele, da bravo eroe, voleva liberare e portare con sé. Iris viveva a Villa Paradiso.Rosetta la sarta, mamma di Michele, aveva una certaabitudine: cuciva, cuciva, ma non levava mai il filo dell’imbastitura, un po’ come se lasciasse le cose a metà. Rosetta era sposata con Giovanni, un uomo grezzo come il sale che scavava. Giovanni voleva che Michele facesse il giudice. Non avrebbe mai capito
suo figlio. Il nonno di Michele non si arrabbiava mai e aveva tanta pazienza, quella pazienza che nasce in chi ha a che fare con la natura, perché sa che per ogni cosa ci vuole il suo tempo. Non si può dare fretta a un fiore. Villa Paradiso accoglieva anche il nonno. Strano nome per un manicomio.
Recensione;
Ecco un bel libro da leggere. Si, perchè Chi di noi due è stata una bella scoperta, uno di quei libri che sicuramente ti rimangono impressi per la semplicità con cui vengono raccontati, ma allo stesso tempo anche per le tematiche importanti che toccano. Le prime pagine sono molto leggere e in alcuni punti anche ironiche e divertenti, seppur raccontino delle vicende non proprio piacevoli, prima tra tutte la venuta al mondo del nostro protagonista, Michele, nato senza un dito del piede destro; ci sono poi i suoi genitori, anche loro molto particolari, ma soprattutto il nonno, l’unico con cui Michele si sente in sintonia. Bellissimo il pensiero che emerge dalla bocca del nonno di Michele quando gli spiega che le persone pazze sono coloro che non si omologano ma che hanno invece il coraggio di essere diversi e unici. E i pazzi, come anche l’amore, fatto persona in Iris, Michele li incontrerà proprio a Villa Paradiso. L’amore, per il nostro protagonista sarà uno stimolo importante, un’ancora di salvezza, un salvagente che lo porterà ad accettare la sua vita.
E’ una scrittura fresca, quella di Renata D’Amico, che ci descrive ogni personaggio facendocelo amare per ciò che è.
La particolarità che ho apprezzato di più in questo racconto è proprio il crescendo con cui l’autrice ci narra la storia; all’inizio tutto sembra semplice da affrontare, soprattutto per Michele, poi un po’ alla volta si scava nella vita dei personaggi e vengono fuori i veri sentimenti e la tragicità del perdere la popria identità, i propri sogni e le proprie speranze. Inizi con il sorriso e arrivi alla fine toccata profondamente dalla vicenda. Renata D’Amico ci dà quindi il modo di riflettere sui vari modi di vivere delle persone, sulle scelte che fanno e le loro conseguenze, ma anche sulle piccole grandi cose della vita come l’amore.