di Natascia Abbruzzese.
Da anni stiamo assistendo alla lenta agonia del Bel Paese. La peste ci ha colpito una volta e poi un’altra ancora e poi ancora un’altra!!! E questa volta non ci sono Lanzichenecchi, né ci possiamo nascondere lontani dall’epidemia e raccontarci novelle, aspettando il ritorno alla normalità. Stavolta conosciamo i veri untori, quelli che continuano a contagiare, mentre il popolo muore e la tv si commuove di fronte a tutte le “madri di Cecilia” che piangono i loro figli con composto dolore. Ma noi lasciamo fare, stiamo a guardare, apriamo lazzaretti, e aspettiamo.
Cosa aspettiamo? Non lo so. Di certo la cura non arriverà da chi la peste l’ha voluta, l’ha pensata. Di certo non possiamo davvero sperare che con loro qualcosa possa cambiare! Abbiamo bisogno di medici e non di ciarlatani.
I bubboni si diffondono, lacerano anima e corpo, il popolo si ammala… Si ammala anche il pensiero, fino a divenire non- pensiero. E il nulla spadroneggia su giornali, tv; il vuoto più assoluto di idee riempie l’aria che ci circonda, lasciandoci un senso di rassegnazione.
Ma noi non siamo figli di questa degenerazione, siamo figli di Dante, che non ha esitato a denunciare corruzione e malaffari.
Ma perché ci affidiamo sempre a Don Rodrigo e i suoi bravi? Ma davvero pensiamo che prima o poi gli Innominati si pentiranno e cambieranno vita? Stavolta non ci sarà nessuna conversione, ma solo tanti piccoli don Abbondio al seguito del potente. O forse ancora una volta ci affidiamo alla Divina Provvidenza?
Cosa aspettiamo? Non lo so. Di certo la cura non arriverà da chi la peste l’ha voluta, l’ha pensata. Di certo non possiamo davvero sperare che con loro qualcosa possa cambiare! Abbiamo bisogno di medici e non di ciarlatani.
I bubboni si diffondono, lacerano anima e corpo, il popolo si ammala… Si ammala anche il pensiero, fino a divenire non- pensiero. E il nulla spadroneggia su giornali, tv; il vuoto più assoluto di idee riempie l’aria che ci circonda, lasciandoci un senso di rassegnazione.
Ma noi non siamo figli di questa degenerazione, siamo figli di Dante, che non ha esitato a denunciare corruzione e malaffari.
Ma perché ci affidiamo sempre a Don Rodrigo e i suoi bravi? Ma davvero pensiamo che prima o poi gli Innominati si pentiranno e cambieranno vita? Stavolta non ci sarà nessuna conversione, ma solo tanti piccoli don Abbondio al seguito del potente. O forse ancora una volta ci affidiamo alla Divina Provvidenza?
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