Sono malaticcia da giorni e le uniche cose che riesco a scrivere sono piccoli post. A fatica riesco a copiare appunti e gettare un occhio sulla mole di saggi che mi guardano sempre più minacciosi con l'avvicinarsi di giugno. Per oggi, quindi, una citazione - nella quale mi riconosco così tanto da non riuscire a spiegarlo - tratta da un libriccino adorabile che, nel suo non essere un caso eclatante, per il momento si rivela essere davvero, ma davvero, bello. Non vedo l'ora di potervene parlare presto!
Titolo originale: Pivot Point
Serie: Pivot Point #1
Autrice: Kasie West
Traduttrice: Alessia Fortuna
Editore: De Agostini
Anno: 2015
Pagine: 400
Mi chiamo Addison Coleman. Ho diciassette anni, una massa di riccioli biondi e un potere straordinario: riesco a vedere il futuro. Di solito non amo approfittare di questa capacità, ma da quando i miei genitori hanno deciso di divorziare le cose sono cambiate. Mi sono trovata davanti alla scelta più difficile di sempre - con chi di loro sarei andata ad abitare? - e ho iniziato a indagare il futuro. Un'Indagine di sei settimane per capire quale fosse la migliore delle mie alternative. O almeno così speravo. Perché l'Indagine si è rivelata molto più complicata del previsto. Due ragazzi hanno stravolto la mia vita, o forse sarebbe meglio dire... le mie vite. Due ragazzi di cui è impossibile non innamorarsi. Duke è come un mare in tempesta, travolgente e affascinante. Gioca a football e non sa ancora in quale college andrà il prossimo anno. Trevor è come una notte d'estate, dolce e spensierato. Vorrebbe ricominciare a giocare a football e disegna fumetti. Uno riesce a farmi perdere la concentrazione con un solo sguardo. All'altro basta una parola per farmi battere il cuore all'impazzata. Ed è per questo che scegliere tra i miei due futuri alternativi non sarà affatto facile: perché qualsiasi decisione prenda, dovrò dire addio a uno di loro.
"Le tue pareti sono tappezzate di poster di ragazzi sexy?"
"Come hai fatto a indovinare?"
"Davvero?"
"No. In realtà ho un mucchio di... uhm..." Mi tormento le dita, perché ho appena capito che gli sembrerò una sfigata e che non sa quasi niente di me. "Scritte e pagine di libri."
"Pagine di libri?"
"Sì, alcune prese dai romanzi, altre dalle graphic novel."
Lui inarca le sopracciglia. "Graphic novel? Sarebbero i fumetti?"
"Sì. Ma non perché penso che siano carini i personaggi." Anche se a volte Laila li fissa con aria sognante. "È più una questione di trame... di solito le scene in cui mi sento più coinvolta o le più tristi. Le attacco alla parete con una puntina e quando le leggo o le guardo, provo la stessa raffica di emozioni della prima volta..." Porca miseria, non è normale. Perché glielo sto dicendo? "... lascia perdere."
"No, dai, racconta. Stai dicendo che ti piace ricordare alcune emozioni?"
"Diciamo di sì." Piego il ginocchio sulla sedia. "È difficile da spiegare. Vedi, sono circondata da persone che, volenti o nolenti, possono condizionarmi... prima fra tutte mia mamma. Dice che su di me non usa la Persuasione, ma, sapendo che può farlo, tendo a obbedirle di default, risparmiandole la fatica. Perciò, anche se indirettamente, in qualche modo mi influenza. La stessa cosa succede con mio padre. Dato che so di non potergli mentire, non lo faccio. Tutto questo ha senso?"
"Certo che sì, ma non capisco cosa c'entri con le pagine appese al muro."
Mi giro sulla sedia mentre dondolo avanti e indietro il piede. "Quando leggo, provo delle emozioni tutte mie. Emozioni che non mi induce nessuno. Sembra tutto più vero, perché so che quei personaggi non hanno il potere di influenzarmi. Quindi cerco di ricordare a me stessa che sono in grado di provare emozioni senza che gli altri mi condizionino... lo so, è stupido."
"No, non lo è. Ma parli di nuovo come una Naturalista. Sembra quasi che tu voglia vivere in un mondo di persone senza poteri."
Lo sguardo mi cade sul panorama fuori dalla finestra. "No, vorrei vivere in un mondo dove la gente non usa i propri poteri contro di me solo perché può farlo."