Io penso che bisogna cominciare da una domanda fondamentale che forse ci sembra un po' superflua, ma che in effetti è fondamentale: “Chi è Dio?”
Non è una domanda scontata. Ogni cristiano dovrebbe soffermarsi su questo, perché chi è impegnato in una vita sacramentale, rischia l'abitudinarietà della preghiera, della liturgia, spogliando la vita di pietà dell'elemento fondamentale: deve partire dal cuore. Ciò non significa che faccio una buona azione solamente se mi sento. Assolutamente no. Se ricerchiamo nel vangelo, pure Gesù ribadisce spesso questo concetto: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. È il cuore che va cambiato, non solo gli atteggiamenti esterni; bisogna assumere, cioè, i sentimenti di Cristo. Non scordiamoci che la bocca parla dalla pienezza del cuore, perciò è il cuore che va modellato. Ma... “chi è Dio?”
Dio è santo, amore e possiamo solamente conoscerlo attraverso la meditazione e la preghiera, ma sebbene noi “siamo capaci di Dio”, non riusciamo a vederlo chiaramente. Lo vediamo attraverso un velo. Se lo vedessimo davvero come Egli è, di certo non esiteremmo a credere in Lui e a non commettere più peccato.
Effettivamente Dio sembra inaccessibile. Lo ha reso accessibile Gesù con la sua mitezza e umiltà, fino a nascondersi in un frammento di pane. Ci ha insegnato chi è Dio, ma saremmo dei superbi se pretendessimo di conoscerlo senza la preghiera e la meditazione. E poi... Più ci avviciniamo a Dio e più ci accorgiamo di non conoscerlo e di dover fare ancora tanta strada...