Magazine Cinema

Chi è senza colpa

Creato il 12 marzo 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 2014
  • Durata: 106'
  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Michael R. Roskam
  • Data di uscita: 19-March-2015

Chi è senza colpa (The Drop) 2014 è un film del diretto da Michaël R. Roskam basato sul racconto breve Animal Rescue di Dennis Lehane.  Il film rappresenta anche una memoria per l’attore James Gandolfini, deceduto nel 2013 che interpreta il cugino Marv. Protagonisti: Tom Hardy, Noomi Rapace.  

Il bene e il male: un confine sottile. La tessitura di un film dipende molto dal colore e dalla consistenza dei fili che vengono usati e che poi di volta in volta si vogliono tirare per raccontarci la vicenda. In questo caso il regista sceglie il colore grigio e nero; tanto che anche il genere, più che thriller, si può definire decisamente, anche cromaticamente, noir.

Il sole e il caldo non compaiono. La pioggia e la neve, l’aria gelida scelta per l’ambientazione, ben si attagliano alla storia che è pervasa da una sottile tensione determinata dall’incertezza, dall’impossibilità di comprendere bene i protagonisti e il loro vissuto, tensione che si scioglierà solo alla fine della vicenda. Non si tratta di una tensione drammatica estrema, piuttosto di una sottile inquietudine.

Le scene principali hanno come scenografia il bar di Marv, dove Bob Saginowski (Tom Hardy) fa il barista. Bob è un tipo calmo, quieto, che immediatamente si configura come un “buono”. E’ tollerante con le vecchiette insolventi, ha pazienza con i clienti, e soprattutto con il suo capo, il cugino Marv, che lo tratta duramente. Il bar però è luogo di traffici e di spartizioni del denaro delle cosche. Tutto è dominato dalla cupa atmosfera di una periferia americana che si mostra in tutto il suo degrado, la sua voglia di salvezza o di totale perdizione. Il denaro è il mito di tutti. Tanto che è ormai il bar non è più proprietà di Marv, ma è in mano a una banda di Ceceni. Altra scena che ritorna spesso è quella di una chiesa cattolica che accoglie il barista e uno degli altri protagonisti: il poliziotto. La chiesa è il fulcro teorico della vicenda che è basata proprio sui valori fondamentali della vita, sull’eterna dicotomia tra il bene e il male. Bob è sempre presente alle funzioni, ma non fa mai la comunione e il poliziotto gliene chiede la ragione. Ma non avrà risposta.

Cos’è il bene e come si distingue dal male? Le opere e le azioni che consideriamo “bene” sono un fatto intrinseco o di volta in volta le situazioni determinano la differenza? In questo film le scelte narrative ci consegnano dinamiche tra i personaggi che non sono scontate.  Le rivelazioni della natura delle cose e delle persone conducono a una sequenza progressiva testimoniata da inquadrature e musica che man mano si fanno più strette e incalzanti. La volontà del regista è chiara, ci getta un osso che sembra di provenienza evidente, ma a poco a poco, sequenza su sequenza, dipana un’altra storia parallela che coinvolge tutti in ugual misura e che sovverte le certezze iniziali. Chi è il buono e chi non lo è? Questo il dilemma che alla fine si scioglie in una realtà opinabile ma comprensibile. Le prime inquadrature ci consegnano quindi la figura del principale protagonista; di un uomo buono e tenero col cucciolo grigio che trova ferito in un cassonetto al quale darà il nome di Rocco, proprio come la statua che vede in chiesa, dove S. Rocco è accompagnato da un piccolo cane. Ma Rocco si trovava presso la casa di Nadia (Noomi Rapace), una ragazza un po’ sbandata che insieme a Bob si prenderà cura del piccolo pitbull. Nel dipanarsi della vicenda vediamo che i fili intrecciati si fanno più stretti, e le vicende personali di ciascuno sono legate indissolubilmente le une alle altre.

Tra le figure interessanti è proprio quella del poliziotto ispanico che non molla il famoso metaforico osso e rivela di conosce la realtà dei fatti, ma forse non è questo che conta. Alla fine anche Rocco e Nadia vengono riscattati da un passato di oppressione e violenza. Ma…a quale prezzo?

Sceneggiatura non banale e tecnicamente corretta. Ottime le interpretazioni dei protagonisti che sono perfettamente in parte. In particolare Bob, che è davvero straordinario nella sua ineffabile compostezza che non rivela fino il fondo la tridimensionalità del suo personaggio.

Film interessante, da meditare. Forse non per tutti. In sala dal 19 marzo 2015

Alessandra Cesselon


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :