Chi è senza colpa... non la dia a me

Creato il 23 marzo 2015 da Cannibal Kid
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Chi è senza colpa (USA 2014) Titolo originale: The Drop Regia: Michaël R. Roskam Sceneggiatura: Dennis Lehane Ispirato al racconto: Animal Rescue di Dennis Lehane Cast: Tom Hardy, James Gandolfini, Noomi Rapace, Matthias Schoenaerts, John Ortiz, Elizabeth Rodriguez, Ann Dowd Genere: colpevole Se ti piace guarda anche: Mystic River, Gone Baby Gone, The Iceman
Chi è senza colpa? Chi è stato assolto in Cassazione in maniera definitiva può essere considerato senza colpa? Per la legge italiana sì. Chi altri? Io sono senza colpa. L'unica colpa che mi si può imputare è quella di parlare malamente di cinema e a volte pure di musica e serie tv, ma nessuno è perfetto.
I titolisti italiani sono senza colpa? Loro no. Loro sono pieni di colpe. Pieni di fantasia, ma anche pieni di colpe. Ci va una mente malata per prendere un film che in originale si chiama The Drop, ovvero la consegna, e trasformarlo in Chi è senza colpa. Un mezzo riferimento biblico presente solo perché il protagonista Tom Hardy di tanto in tanto va in Chiesa. Che poi non era “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”? Sì, dall'alto delle mie non-conoscenze religiose mi pare di sì. Chi è senza colpa è allora un titolo del tutto casuale e pure bruttarello. Capisco che The Drop non funzionasse granché, però Chi è senza colpa ancora meno.
Il regista di questo film Michaël R. Roskam è senza colpa? Qualche colpetta ce l'ha. Innanzitutto avere un nome difficile da scrivere, e poi quella di essere un autore belga che, dopo l'esordio con l'osannato Rundskop, ha subito ceduto alle lusinghe hollywoodiane ed è andato a mettere la firma su una produzione d'Oltreoceano a caso. Devo ammettere che, nonostante i numerosi pareri positivi sentiti in giro, Rundskop manca ancora alle mie visioni. E questa è un'altra mia colpa. A guardare questa sua opera seconda, mi sembra però che lo stile Roskam l'abbia lasciato in Belgio. Chi è senza colpa è un film girato in maniera parecchio anonima, come avrebbe potuto fare qualunque mestierante in giro a Hollywood. Un po' come quando Gabriele Muccino è passato dalle produzioni italiane, che possono piacere o meno ma avevano impresso il suo personale zampino, e poi è andato negli Usa a firmare pellicole prive di una qualunque riconoscibilità registica come La ricerca della felicità, Sette anime, o il recente Quello che so sull'amore.

"Oh, andiamo. Sei gelosa perché mi hai visto limonare con il cane?
Guarda che posso benissimo avere una relazione con tutte e due contemporaneamente."


Il protagonista Tom Hardy è senza colpa? Ha giusto la colpicina di aver scelto, dopo un film memorabile come Locke, un lavoro che non è troppo memorabile. Non troppo memorabile? Diciamo che l'avevo già cancellato dalla mia memoria 10 secondi dopo i titoli di coda. Chi è senza colpa rientra in quel poco invidiabile gruppo, ultimamente sempre più numeroso, di film che non possono essere considerati brutti, perché The Drop non lo è di certo, ma che comunque sono incapaci di lasciare un qualche minimo segno. Come The Iceman con Michael Shannon. Sono quelle storie mezze criminali e mezze esistenziali che già abbiamo visto svariate volte e che non aggiungono niente di nuovo, niente di profondo, niente che sia significativo. Chi è senza colpa vorrebbe ambire al ruolo di nuovo cult attraverso i suoi vaghi echi de La 25a ora, in particolare nel peregrinare del protagonista in compagnia del cane, e con un'atmosfera vagamente dalle parti di Mystic River, d'altra parte anche in questo caso si tratta dell'adattamento di una storia scritta da Dennis Lehane. Solo che ha la colpa di non essere cult manco per sbaglio. In più il film, oltre alla vicenda pseudo criminale principale, vuole inserire al suo interno una storiella romantica con Noomi Rapace che però anch'essa non lascia il segno e infine Roskam ci infila dentro pure il protagonista del suo film precedente Matthias Schoenaerts, colpevole di non segnalarsi come invece faceva alla grande nello stupendo Un sapore di ruggine e ossa. Oltre che di avere un nome ancora più impronunciabile di quello del regista.

"Dopo gli uomini che odiano le donne, sei passata agli uomini che amano i cani?
Complimenti Noomi, stai facendo progressi!"


Per quanto la visione scivoli via senza problemi e per quanto faccia piacere rivedere per un'ultima volta James Gandolfini, di questo The Drop alla fine non resta impresso nulla. Sono arrivato ai titoli di coda domandandomi: “E allora?”. Se il film non mi è arrivato però magari non è per demeriti propri, ma è solo per colpa mia, la mia ennesima. D'altra parte chi è senza colpa? A pensarci bene, forse nemmeno io che continuo a macchiarmi della colpa di guardare film inutili.

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