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Chi getta carta per terra non potrà mai capire chi la raccoglie

Da Abattoir

Chi getta carta per terra non potrà mai capire chi la raccoglie

giovedì 3 novembre 2011 di Andrea Ventura

Vignetta di Andrea Ventura

Vignetta di Andrea Ventura

Testo di Laura Brida

Mi sono sempre stupita dello strano comportamento degli “altri”. Non sono mai riuscita a capire come delle persone adulte, apparentemente con una buona razionalità, abbastanza colte e prive di evidenti segni di anomalie psichiche, potessero ragionare in certi termini. Uomini e donne “normali”, senza nessun grave problema esistenziale, che non riescono a vedere più in là del loro naso e la cui risposta (celata o palese) a ogni domanda di collaborazione è: “E a me che me ne viene?”

Collaborando attivamente con un paio di associazioni, in questi anni, ho avuto modo di entrare in contatto con persone molto differenti tra loro e questo mio sconcerto è parecchio aumentato. Non sono stati pochi gli individui che ci hanno abbordato, durante manifestazioni indette per la raccolta di fondi, accusandoci di “intascare” tutti i soldi raccolti, altrimenti “chi ve lo farebbe fare?”…. Non erano accuse campate in aria, realmente “non capivano” perché degli individui decidessero di sfacchinare come somari e perdere molto del proprio tempo libero per azioni totalmente gratuite.

La scoperta della scala di Kohlberg mi ha aperto gli occhi e finalmente ho capito il nocciolo della questione e sono riuscita a dare una spiegazione a quegli “strani” comportamenti.

Cerco di riassumere per sommi capi l’opera di Piaget e di Kohlberg, due psicologi cognitivisti che hanno dedicato la propria vita a indagare sullo sviluppo emotivo e sull’evoluzione delle capacità morali dalla prima infanzia all’età adulta; Kohlberg, in particolare, ha sintetizzato le sue teorie creando una scala (omonima), composta da tre fasi e sei stadi e corredata da un elenco di regole. Questa scala rappresenta l’evoluzione morale che dovrebbe aver avuto ogni individuo sano, con una famiglia equilibrata, che non abbia subito gravi traumi durante l’infanzia (insomma, un extraterrestre).

Si parte ovviamente dal momento della nascita e i tempi sono divisi in tre fasi, ognuna di sette anni:

1) durante la prima fase (da 0 a 7 anni), il bambino è completamente egocentrico e non è in grado di valutare le necessità degli altri, la mamma è l’unico riferimento interessante (fonte di cibo e protezione) e spesso la nascita di un fratellino o sorellina crea un trauma (piccolo o grande) per il conflitto territoriale.

2) nella seconda fase (da 7 a 14 anni), avviene la scoperta dell’“altro” come individuo diverso da sé; questa fase di crescita viene detta “omosessuale”, perché i ragazzini hanno il bisogno fisiologico di confrontarsi e identificarsi con le figure del proprio sesso.Anche in questa fase possono nascere dei traumi profondi, per citare un vizio tipicamente presente nelle famiglie italiane, pensate a tutte quelle madri troppo possessive verso il figlio maschio che ne impediscono un consono avvicinamento al padre.

3) la terza fase (da 14 a 21 anni) è quella definita “eterosessuale”, durante la quale i ragazzi hanno la necessità fisiologica, per una corretta evoluzione, di avere molti contatti con l’altro sesso.

Eventuali traumi o distrazioni durante anche solo una di queste tre fasi possono bloccare l’evoluzione naturale, impedendo così che l’individuo arrivi all’età adulta (normalmente dopo i 21 anni) a uno “stadio morale” adeguato.

Idealmente, l’essere umano dovrebbe riuscire ad arrivare all’età adulta, ovvero poco dopo i 21 anni, al penultimo stadio della scala di Kohlberg e tendere verso l’ultimo. In realtà, proprio perché di traumi piccoli o grandi ne abbiamo subiti un po’ tutti, arriviamo all’età adulta in uno stadio ben inferiore di quello ideale e per tutta la vita arranchiamo faticosamente per raggiungere via via una posizione più alta della scala. Si ritiene che attualmente il penultimo livello venga raggiunto solo da una minima parte della popolazione adulta mondiale.

Per questo motivo esiste quindi una scala di Kohlberg specifica che si basa sul comportamento degli adulti. Questa scala rappresenta la motivazione prevalente1 che l’individuo utilizza per le scelte importanti della propria vita e la ritengo molto interessante e chiarificatrice;  la sintetizzo qui di seguito:

  1. Fase pre-convenzionale o egoistica: riesco a ragionare solo in base ai miei interessi
    - primo stadio: la paura (… se non faccio questo i colleghi o l’autorità, me la faranno pagare);
    - secondo stadio: il benessere personale ( … se agisco così ci guadagno qualcosa?).
  2. Fase convenzionale: scopro che esistono gli altri
    - terzo stadio: l’approvazione del gruppo ( … non voglio essere l’unico sfigato che si comporta diversamente dagli altri);
    - quarto stadio: l’attenzione verso la norma (… se si deve fare così si fa così!! Senza la norma nulla ha un senso).
  3. Fase post-convenzionale: riesco a mettermi nei panni degli altri
    - quinto stadio: l’obiezione alla norma ( … questa regola non è giusta! Mi metto in azione per cambiarla…);
    - sesto stadio: l’etica universale (… piuttosto che permettere questa ingiustizia, sono disposto a morire, empatia totale).
    Alcuni immaginano un settimo stadio, mai pensato da Kohlberg, riservato a profeti e messia, in cui la visione oltre a essere universale è anche atemporale e adimensionale.

Due regole sono molto importanti :

a) L’individuo non può capire le motivazioni etiche che spingono ad agire gli individui che si trovano a due stadi di sviluppo sopra il suo (l’individuo che si trova al 2° stadio non riesce a capire le motivazioni di chi si trova al 4°);

b) Ogni individuo è attirato verso gruppi e individui con stadio di sviluppo immediatamente successivo al proprio e tenderà ad evolvere, più o meno velocemente, verso quello stadio.

Queste regole chiariscono molto bene perché è perfettamente inutile chiedere a chi posteggia tutti i giorni il SUV in doppia fila, per fare colazione al bar preferito (comportamento egoistico di 2° stadio), di mettersi a ragionare in maniera altruistica (dal 4° stadio in su), chiedendogli di pensare al disagio che arreca, col suo gesto, a un gran numero di persone (non può farlo!).

Le motivazioni che possono dissuadere tale comportamento sono il rischio di essere multato (la paura del 1° stadio e/o la non convenienza del 2°) ed eventuale sfottò di amici, conoscenti o estranei (il gruppo del 3° stadio, non voglio sentirmi uno sfigato).

Per lo stesso identico motivo una persona che si trova bloccata al 2° stadio (e sono tantissime) non potrà mai e poi mai comprendere le motivazioni che spingono ad agire una persona che decide di fare del volontariato, fosse anche il proprio figlio! Qualcuno di voi riconosce queste parole? “Mio figlio ha la testa tra le nuvole… è un’idealista e ho paura che se non si sveglia non combinerà mai nulla nella vita”.

Appunto.

Estendendo un po’ il concetto, possiamo presumere che un gruppo sociale (come una città o una nazione) nelle motivazioni all’agire si comporti essenzialmente come un individuo, il cui stadio di coscienza sarà dato dallo stadio di coscienza prevalente dei componenti del gruppo.

È molto importante la seconda regola: se all’interno del gruppo esiste un rapporto armonico ed equilibrato tra appartenenti ai vari stadi, ci può essere una sana e costante evoluzione degli individui e quindi dell’intero gruppo. Se, al contrario, non esiste nessun rapporto tra individui e in particolare tra individui di stadi differenti, il gruppo diventa psicotico e le decisioni vengono prese sulla base di motivazioni emotive non armoniche.

Se poi pensiamo alle motivazioni che possono spingere un individuo a occuparsi di politica, vediamo subito che possono essere soprattutto di due tipi: interesse personale (2° stadio) oppure fortissimo senso civico e desiderio di operare per il bene comune (5° stadio). Date le premesse come si può pensare che questi due gruppi possano collaborare attivamente tra loro?

Chi è al 5° stadio giudica come neanderthaliani quelli al 2° stadio, uscendo da ogni discussione schiumando di rabbia e trattenendo a stento forti tendenze omicide. Quelli al 2° stadio non riescono assolutamente a comprendere le motivazioni di quelli al 5° e si prefigurano  strani complotti giudaico-massonici, comunisti-complottisti, anarco-insurrezionalisti, insomma un qualcosa che “spieghi” quegli intenti arcani.

Il risultato è una nazione psicotica, che elegge un governo psicotico, il quale gestisce in modo psicotico ogni singolo apparato: minacciando i giudici mentre parla di giustizia, parlando di sicurezza ma tagliando i fondi a polizia, carabinieri e carceri, parlando di accorciamento dei processi mentre si azzerano i fondi per la ristrutturazione dei tribunali.

Concludo con una frase che si legge in calce a ogni romanzo di Andrea Camilleri: ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.

E, come si dice dalle mie parti, A SARÀ DÜRA!

1 Negli anni ’60, all’Università di Havard, il dott. Lawrence Kohlberg ha effettuato, aiutato dai suoi studenti, migliaia di interviste basate su un dilemma, simile a quello chiamato dilemma di Heinz, dove si chiedeva agli intervistati di dare una risposta su un quesito di scelta morale importante e di motivare la scelta effettuata. Il risultato di questi studi è basato sulle motivazioni dichiarate dagli intervistati, che il dott. Kohlberg ha studiato, per una quarantina di anni, e riassunto appunto nei 6 stadi della scala omonima.

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