Chi ha incastrato Annabelle Bronstein? #4

Creato il 12 marzo 2015 da Signorponza @signorponza

Quando meno te lo aspetti è come una bomba. Finalmente qualcuno che vuole abusare di me ad un compleanno e io mi blocco perché sul letto, sommerso dai cappotti c’è un tizio che dorme. Presumibilmente ubriaco. Io resto di sasso per qualche secondo e non sono minimamente sicuro se sia il caso di andare avanti. Ovviamente Pietro non si inculo minimamente il tipo. Be, ecco, tecnicamente si vuole inculare me. Io però mi gelo e mi blocco. Proprio quando Pietro si inginocchia per occuparsi di me con la sua lingua io mi giro di scatto.

“Ah, e ti giri pure? Guarda che io faccio qualsiasi cosa!” dice sorridendo. No, Pietro, non ci siamo. Era tutto perfetto, ma non voglio un’intervista da te. Placati ASAP. Bisbigliando cerco di articolare la questione tizio sconosciuto nel letto “Ma lo vedi quello? Ma chi è?” e lo indico. “Oh cazzo… No, non lo so chi è!”. mi risponde. “Senti, io con sto coso morto sul letto non ci riesco. Ma se si sveglia?” dico serio. “Eh, capirai. Questo sarà ubriaco come una zucchina… E poi stica, no? Male che va ci raggiunge… Mica ti dispiacerebbe…” e ride porcelonissimo. “Ma su… Dai…” dico vago. Ok, dai. Non facciamo le gnorry. Certo che mi piacerebbe. Insomma il tipo nel letto non è neanche troppo male, a essere sincero.

Ma personalmente mi accontentavo serenamente anche solo di Pietro. Che è un toro devastante non indifferente. Ma a me viene l’ansia. Non mi viene da fare la miciona in questi casi. Pietro è evidentemente di un altro parere: mi prende, mi spinge sul letto e continua esattamente da dove si era fermato. Io prima tento di oppormi, in silenzio ovviamente per non svegliare il tipo, ma poi lascio correre. In fondo sti cazzi, e se si sveglia, be, non penso che ci rimanga poi così male. Anzi.

Be’, io e Pietro facciamo tutto quello che si presuppone avremmo fatto. Usciamo fuori dalla stanza e recupero la Du Barry che in realtà è intenta a limonare un minorenne. Pietro saluta il festeggiato e scappa quasi subito. Mi saluta con un occhiolino e mi sussurra all’orecchio che ci saremmo rivisti presto. Io sorrido. Degli invitati non c’è né quasi più traccia. Sul divano ci sono rimasti solo un paio di minorenni semi ubriachi. Decido quindi che anche noi giovani ragazze di periferia (dell’Upper West Side) possiamo tornare a casa.

Il mattino seguente…

Mi sveglio dopo aver dormito qualcosa come 8352 ore. E comunque non sono state sufficienti. Ho una faccia che se prendevo il 90 dritto in faccia ero meglio.  Ho ricordi vaghi di tutto quello che è successo al compleanno. Anche se non dimentico affatto Pietro. Dolcissimo. Torissimo. E sessualissimo. Ricevo un messaggio su WhatsApp sul gruppo Sfigate Orrende:

Tra un’ora a casa della Bronstein. Tè. Pasticcini. Chiacchiere della domenica. Il tempo fa schifo per uscire. Non rispondete. Ci vediamo direttamente li.“. 

Un’ora dopo mi raggiungono la Du Barry e Guy. Ci abbuffiamo di tè e dolcetti e ci raccontiamo tutti i dettagli della sera prima. Guy era ad una festa di laurea, dove non aveva incontrato nessuno degno di nota, io e la Du Barry invece, come non accadeva da tempo avevamo dettagli piccanti e rivelazioni inaspettate su un compleanno qualsiasi che era partito davvero molto random. Mentre snocciolavamo dettagli e ingurgitavamo schifezze la mia attenzione finisce sul mio telefono che mi attenziona l’arrivo un messaggio. Un SMS per la precisione. Che neanche più a Megan Gale ovunque essa sia.

Apro e cado in un silenzio di tomba. Un mittente anonimo mi ha inviato una mia foto nudo mentre ne faccio di bendonde con Pietro. Oooohhhhporcazozza. Resto talmente basito che le mie amiche mi guardano spaventate e leggo il terrore nei loro sguardi. Mentre realizzo ricevo altri due SMS. Altre due fotografie mie impegnato a fare un’intervista a Pietro. Mi siedo e sbianco. E mostro il telefono ai miei interlocutori. Prima si fanno una risata, poi mi guardano inorriditi anche loro.

Avevo già ampiamente spiegato loro che mentre io e Pietro eravamo intenti ad abusare di noi reciprocamente presi da un momento di assoluta e inaspettata libidine, evidentemente, il tizio che credevamo svenuto e ubriaco in realtà ha solo fatto finta, e mentre eravamo distratti ci aveva chiaramente fotografato con il suo smartphone. Ecco qua. Il dramma è sempre dietro l’angolo. Per una volta che ho rimorchiato il super manzo della serata, la naturale propensione della mia esistenza a riequilibrare le situazione aveva colpito ancora e fatto il resto.

Pesantemente. E mentre ancora sbalordito cercavo le parole quasi volendomi far ispirare dalle mie amiche, basite anche loro, il mio telefono ha iniziato a squillare. Numero sconosciuto.

Un dramma non è tale se non è peggio del precedente. L’inaspettato al cubo.
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Una storia vera di Annabelle Bronstein, il logo è di Guytano__.


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