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Chi ha paura dei “gatti”?

Da Suddegenere

Alla signora Liliana Carbone, maestra elementare a Locri, il 17 settembre 2004 hanno ucciso il figlio. Massimiliano aveva  trent’anni, era incensurato, era titolare di una piccola cooperativa di servizi, aveva una vita “normale” ed è stato colpito a morte da un cecchino che si era appostato dietro il muretto del giardino in attesa del suo rientro a casa da una partita di calcio.

Massimiliano è stato ucciso nel 2004 e ad oggi accanto al suo nome possiamo solo scrivere “nessun colpevole trovato“. Ma la signora Liliana, maestra elementare a Locri, non è rimasta in silenzio e non ha mai smesso di chiedere che l’uccisione del figlio non rimanga impunita, una verità  giudiziaria non c’è. E non ha mai smesso di portare avanti la sua ipotesi, la sua testimonianza e le sue domande ovunque abbia potuto, in occasioni pubbliche ed istituzionali. Questa è la sua battaglia civile, rumorosa e  molto fastidiosa.

Oltre l’inverno è una pellicola indipendente nata grazie alla collaborazione dei  catanzaresi Claudia Di Lullo, Raffaella Cosentino e Massimiliano Ferraina. Il documentario, che racconta della r-esistenza quotidiana di una donna contro la ‘ndrangheta e quanto la alimenta, inizia proprio con la scena di Liliana Carbone che, come ogni giorno, si reca al cimitero, sistema i fiori sulla tomba del figlio e il  mangiare dei gatti “per noi è un impegno-dice- ci sentiamo utili facciamo qualche cosa almeno…Massimiliano amava i gatti

Fino a questa mattina, quando i coniugi Carbone hanno trovato l’assessore ai Servizi cimiteriali  ad attenderli all’ingresso per chieder loro di non dare più da mangiare ai gatti.

“Il sindaco Francesco Macrì, raggiunto telefonicamente: “Non si può trasformare il cimitero in uno zoo, i cittadini hanno paura dei gatti che stanno sulla tomba del figlio”. Da qui l’ammonimento verbale alla famiglia Carbone a smetterla di sfamare i randagi del cimitero. Alla domanda se siano state contattate le associazioni animaliste per la cura dei felini, l’assessore Leone conferma che l’unica misura presa dall’amministrazione comunale è stata quella di chiedere a Liliana Carbone di non portare più cibo ai gatti.
A promettere di chiamare le associazioni animaliste è proprio Liliana Carbone, che già sta pensando alla soluzione alternativa di traslocare in casa sua tutti i felini del cimitero. “Proprio in questi giorni c’è stata la prima proiezione a Locri alla cooperativa Mistya del documentario e altre visioni nel resto d’Italia. I giornali locali ne hanno parlato – commenta mamma coraggio – in quelle scene si vede tutto il degrado che c’è intorno alla tomba, più che i gatti, il vero problema è l’incuria in cui è lasciato il cimitero di Locri”. E sulla struttura la mamma di Massimiliano Carbone solleva anche una questione di sicurezza. “Proprio lì sono stata aggredita sulla tomba di mio figlio dall’uomo che è stato poi indagato per l’aggressione e per l’omicidio, caso poi archiviato – racconta – domani c’è la quindicesima udienza per l’aggressione, dopo che quasi tutte le altre sono andate a vuoto con l’assenza dei due testimoni: il custode del cimitero e un carabiniere”.(n.b. oggi si sa che l’udienza è stata rinviata di nuovo per assenza di testimoni)

L’aggressione denunciata da Liliana Carbone avvenne nel tardo pomeriggio del 18 settembre 2006, due ore dopo l’affissione dei manifesti per il secondo anniversario dall’agguato mortale in cui perse la vita Massimiliano. Da allora, ogni anno con quei manifesti in tutte le strade principali della città, Liliana Carbone cerca di mantenere viva la memoria del delitto senza giustizia. Dal 17 settembre del 2009, va sempre in giro con la foto di suo figlio attaccata al petto, come suo monumento alla memoria. “(fontenotizia)

Chi ha paura dei “gatti”?

Pare che stasera la signora Liliana abbia trovato, andando al cimitero, alcune signore per niente intimorite munite di scatolette per gatti in segno di solidarietà, ma i gatti non c’erano.

Pare che qualcuno abbia iniziato a dire al marito della signora Liliana, che non la sa tenere a bada.

Pare che qualcuno vada dicendo che la signora Liliana vede nei gatti l’anima del figlio.

Pare anche che qualcuno al suo passaggio le abbia lanciato un malaugurio perchénon si fa i cazzi suoi”.

La signora Liliana non solo è una donna, quindi possibilmente strega, ma è una che non si riesce a tenerla a bada, zitta in un angolo dove dovrebbe stare.

I rischi di una simile “esposizione” sono veramente troppo grandi.

Giro molto volentieri questo appello , per non lasciare sola  Liliana Carbone e suo marito:

“… Ospita nella tua città, nel tuo quartiere, nella tua scuola, una proiezione dei documentario indipendente “Oltre L’Inverno” per raccontare la storia di Liliana Carbone ai tuoi amici. Contribuisci a fare conoscere questo caso perchè quello che succede a Locri “interessa anche a te”. Organizzati e ricostruisci la memoria di questa Italia che non ha bisogno di eroi, ma solo di vivere con onestà.

Per organizzare una proiezione, contatta gli autori all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]

 

P.S. Oltre l’inverno è finalista al festival Anello Debole .”…  invece di seguire le abitudini femminili locali segnate dal silenzio, intraprende una dura lotta …” . “Le abitudini femminili locali“, aberrante.


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