Magazine Lavoro

Chi ha ragione tra Nerozzi, Fassina e Imola?

Da Brunougolini
E' interessante rileggere le diverse proposte di riforma del mercato del lavoro espresse (o ri-espresse) in questi giorni da tanti dirigenti del Pd e pubblicate dall'Unità. Ha aperto Davide Imola. Poi sono intervenuti Paolo Nerozzi, Pietro Ichino, Stefano Fassina. Il problema è che non si tratta di proposte (alcune già disegni di legge) omogenee. Rappresentano idee diverse (leggibili su www.unita.it).
Testimoniano, del resto, un pluralismo persistente nel Pd. Bisognerebbe però poter offrire a iscritti, simpatizzanti, futuri elettori, una proposta unitaria e convincente. Come ha saputo fare il centrodestra consegnando, senza esitazioni, a Maurizio Sacconi il compito di una battaglia appassionata su questo terreno. Battaglia capace di trascinare e convincere anche due potenze sindacali quali Cisl e Uil.
Capace soprattutto di incidere. Perchè non basta elaborare e proporre norme giuste (anche nel campo della democrazia sindacale, come ha fatto la Fiom).  Quelle norme poi, se tradotte in legge, devono essere approvate da un Parlamento. Questo Parlamento dove, come si sa, la maggioranza finora non appare interessata ad una “grande riforma” favorevole al lavoro.
Come andrà a finire? Sarebbe importante se dal prossimo Congresso Cgil, il 5 maggio a Rimini, uscisse una proposta alternativa, capace di essere unificante. Il rischio, sennò, è di deludere il crescente popolo dei CocoPro, dei CoCoCO, delle partite Iva. Che non si aspettano miracoli, ma qualche speranza si. Le delusioni non si combattono solo al momento della scadenza elettorale. Bisogna pensarci prima.

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