La giornata di oggi alla Camera si è chiusa con un risultato che invita a una grossa riflessione per il nostro Paese. Il rendiconto dello Stato è stato approvato con 308 sì. Il governo non è stato capace di ottenere la maggioranza assoluta. I non votanti infatti oggi erano 321 più un astenuto. Le opposizioni non hanno voluto partecipare alle operazioni di voto. Subito dopo, Berlusconi non si è mosso dal suo posto alla Camera e ha controllato i tabulati del voto.
il partito democratico con il segretario Pierluigi Bersani aveva nei giorni scorsi a Roma, nel corso della manifestazione nazionale, annunciato che le forze di opposizione avrebbero presentato una mozione di sfiducia anche nel caso in cui il provvedimento fosse, com’è avvenuto, approvato oggi. Bersani oggi ha preso la parola alla Camera commentando il risultato: «Il voto di oggi certifica che la maggioranza non c’è più – ha dichiarato il segretario del pd – Io non oso credere che lei – rivolto al premier – non faccia questo passo e sia chiaro che se lei non lo dovesse fare, le opposizioni valuteranno mosse ulteriori».
Successivamente, nel corso di una riunione con alcuni membri della maggioranza, Berlusconi avrebbe dichiarato: «È chiaro ed evidente che c’è un problema di numeri, ora serve una riflessione per decidere sul da farsi».
Secondo il cavaliere, l’unica alternativa al suo governo sarebbero le elezioni anticipate, ma si dice pronto ad andare avanti con questa maggioranza. « O si va al voto anticipato o governano loro», avrebbe dichiarato.
Intanto è in corso a palazzo Chigi, un vertice di maggioranza a cui sta partecipando anche Umberto Bossi che, subito dopo il voto, uscendo dalla Camera, ha dichiarato: «Vado a parlarci». Oltre al premier e al leader del carroccio sono presenti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, già indicato come premier in un governo di transizione, il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, il segretario del pdl, Angelino Alfano, Niccolò Ghedini, legale di Berlusconi, fabrizio Cicchitto e i presidenti della lega al Senato e alla Camera, Federico Bricolo e Marco Reguzzoni.
Al momento l’ipotesi più accreditata è che Berlusconi non si dimetta e che chieda la fiducia in Parlamento sui prossimi provvedimenti. Non si esclude però l’ipotesi di un sempre meno clamoroso cambio al vertice. Alle 18.30, il Presidente del Consiglio si è recato al Quirinale per riferire al Presidente della Repubblica.
La Russa dopo il voto ha dichiarato che nessuno sottovaluta il voto di oggi.
Secondo Bossi che prima del voto aveva chiesto a Berlusconi “un passo laterale”, il successore al governo dovrebbe essere il segretario del pdl, Angelino Alfano: «Sennò chi mettiamo, il segretario del pd»? Aveva detto ironico.
Per la cronaca, a “tradire” l’esecutivo sarebbero stati Roberto Antonione, Fabio Gava e Giustina Destro. Gennaro Malgieri, arrivato in ritardo si è rammaricato, perché avrebbe votato sì, questo almeno ha detto in aula.