La serata sull’assassinio del TG3 è stata fiacca. Nel senso che nessuna novità è stata aggiunta sul colpevole. Chi sa è tornato a casa deluso e chi non sa da casa non è mai mosso. Perché non ha funzionato? Perché non si può organizzare un dibattito su un tema così delicato e importante se non si ha sufficiente materiale da offrire in pasto a un pubblico particolarmente ghiotto e numeroso. Perché non si invita il capo redattore della Stampa se a giudizio c’è quello della RAI. Infatti buona parte dei presenti ha dirottato le critiche sulla testata regionale del quotidiano trasformando il dibattito in: Chi ha ucciso la Stampa? La chicca della serata doveva essere una e-mail, inviata da sconosciuti, che avrebbe dovuto provare il sospetto rapporto clientelare fra la politica e la redazione RAI, ma le parole della stessa sono state cancellate per tutelare il M5s da eventuali querele: altro macroscopico errore. Non si può solleticare la curiosità dei presenti e lasciarli a bocca asciutta, questo genera non solo delusione, infastidisce a tal punto che si vorrebbe mandare a quel paese gli organizzatori. Maccome! Mi inviti con la promessa di un dibattito a fil di spada e poi l’unica vera attrazione me la tieni nascosta? Nessun dato fornito, a parte qualche spunto preso da quelli nazionali che però non rientravano nel tema specifico, un volantino e un filmato che in definitiva non provava molto. Apprezzo lo sforzo dei grillini di voler smuovere questa monolitica realtà, ma per attaccare un dinosauro come la RAI3 ci vuole ben altro. La fretta che intuisco, l’approssimazione nella presentazione dei fatti, l’entusiasmo facile per un probabile scoop che, forse, ci sarà in futuro non bastano. Il divieto a riprendere la serata per tutelare gli ospiti e gli organizzatori appartiene, poi, a una sindrome di accerchiamento che sicuramente ci sarà, ma che, in questo caso, è risultata eccessiva. Tanto da indurre il presidente della Commissione di Vigilanza RAI, Roberto Fico, a disdegnare l’invito per assenza di trasparenza. “Non posso immaginare che un incontro pubblico organizzato dallo stesso Movimento, come quello previsto oggi ad Aosta, voluto per parlare di libertà di informazione, sia fatto a porte chiuse, con l’assurdo divieto di ingresso per macchine fotografiche e telecamere, comprese quelle del servizio pubblico radiotelevisivo.“. (Stefano Ferrero ha interpretato in altro modo l’assenza del parlamentare, ma le parole di quest’ultimo sono inequivocabili). Avrebbero dovuto aspettare. Cosa? L’esito della Commissione di Vigilanza RAI riguardo ai documenti da loro inviati. E organizzare solo allora la conferenza, avendo cura di invitare il capo redattore del TG3 e di presentare una documentazione più ricca e accurata. E’ certo che lo faranno, ma la serata di ieri sera è stata per noi del tutto inutile.
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