
Io sono un famelico consumatore di cultura e letteratura, quindi non so perché sia così diffuso al contrario il "digiuno" dei miei connazionali. So soltanto che ancora adesso, dopo sette anni, mi ritorna in mente la notizia dell'apertura di due librerie (una si chiamava "L'Araba Fenice") a Gela, città di quasi 80mila abitanti che fino ad allora, 2009, non aveva una vera libreria, ma solo qualche cartoleria. Il sindaco di allora era Rosario Crocetta che compose addirittura dei versi poetici sulla "Resurrezione" di Gela grazie alla cultura. E sempre nel 2009 anche Vittoria, oltre 60mila abitanti, centro ragusano spesso pericolosamente nell'orbita (mafiosa) di Gela, inaugurò la sua prima libreria. E si potrebbe proseguire all'infinito, ricordando anche quante piccole attività aperte sull'onda della scommessa e della speranza abbiano poi dovuto chiudere. Certo, l'obiezione è che i libri si possono pure leggere in biblioteca. Giusto, ma quella di Modica, dopo anni di lavori, non ha ancora una sua sede definitiva e certa, con i testi del Fondo antico conservati a lungo in luoghi inadeguati, a detta della Soprintendenza. E purtroppo, anche quando c'era una sede, i modicani non frequentavano granché le sale polverose della stantia biblioteca cittadina. Ora magari comprano un paio di bestseller l'anno.