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Vi siete mai chiesti se in voi ci sia una qualche predisposizione per la lettura? Spesso se chiediamo ai giovani il perché non leggano alcun libro, ci viene risposto: “Non mi piace”, “Mi annoia”, e addirirttura “Forse non è nel mio DNA”. Se il nostro sangue sia o non sia influente nel nostro approccio alla lettura è un dato che la scienza deve ancora constatare; tuttavia, è ormai risaputo che ci siano fattori determinanti l’avvicinamento alla lettura: l’istruzione è uno di questi. Sin dall’età prescolare, il bambino può essere introdotto al fascino dei libri grazie alla voce calda e accogliente della madre e al beneficio che trae dalle favole che ascolta prima di andare a letto. Poi, nel momento in cui il bambino entra a contatto con la scuola le cose si complicano: a determinare la coltivazione di questa passione o il suo drastico abbandono, è l’insegnamento e la promozione ricevuta dalle maestre. Troppo spesso, ormai, le scuole e gli insegnanti cadono nel tranello della “scolarizzazione del testo” offrendo agli studenti testi su cui dover per forza lavorare e rispondere a domande, allontanandoli così dal reale piacere di leggere, che si perde in inutili schede tecniche di comprensione. Così, i giovani spesso perdono un’occasione di crescita, relegando la lettura di un libro ad un lavoro o ad un obbligo scolastico di cui farebbero – e fanno – davvero a meno. Ma ci sono eccezioni che ci Continua a leggere