Le mie tasche sono gonfie
di figurine di Pocahontas,
di biscotti mangiucchiati e di disegni
che tu, bambina mia, mi hai regalato.
Allora cerco con gli occhi
tuo padre, che ti guarda,
e sorridiamo insieme.
Poesia è questa nostra vita serena,
al riparo,
quando aspettiamo la sera
per tornare a sognare lunghi colorati
ritagli di felicità.
Ma ecco, laggiù,
mi pare di vedere un’altra madre:
il suo bambino scarno
succhia un seno sporco e senza latte.
La sua casa è solo uno straccio
steso sul marciapiede
o una baracca non lontano
da un possente grattacielo.
O, forse, una granata
ha colpito ancora un bambino
e a sua madre tocca
di spiegargli un’esistenza tra le bombe
senza una gamba o un braccio,
e spesso le succederà
di vederlo morire, in fasce, stretto al suo cuore.
Chi lo sa, per loro,
che cos’è la poesia.