Che poi gli Ensiferum un album di merda non lo hanno mai fatto, o così mi pare, visto che sono tutti uguali. Sarà che mi viene da essere più tollerante di una volta ma pure l’ultimo, riascoltato mo’, non mi pare una cosa così brutta come si diceva. Tre o quattro pezzi carucci ce li tiri fuori, insomma. E però, nel complesso, non ci aveva ben espresso lo spirito da trattoria, da birra, patate al forno, polpette al sugo e tutta quella roba importantissima riconducibile al saper campare, come uno si poteva aspettare. Un vero peccato perché noi ben sappiamo che l’omo senza la pansa è come er cèlo senza e stelle. E invece, belli miei, questo pezzo nuovo lo spirito, diretto e genuino, ce lo ha eccome. Sentiamocelo a questo link.
Quanno la bocca magna e er culo renne, in culo alle medicine e a chi le venne… Quanta verità. Con più sicurezza, invece, posso affermare che anche i Moonspell non hanno mai cacciato un disco brutto. Pure l’ultimo aveva i suoi momenti alti. Il problema fondamentale risiedeva, forse, nella eccessiva dispersività. Ma all’epoca ci feci sopra tutto un discorso serio, un pippone da manuale, che non mi va di banalizzare in due righe, quindi andatevelo a rileggere, se siete interessati. La cifra immediata di Darkness and Hope già cominciava a sentirsi però, io ve lo dicevo, e adesso è diventata inconfondibile. Che bellezza, sentite: