La frase è di Erasmo da Rotterdam ed è un po’ estrema (conosco grandi lettori che i libri li toccano con i guanti e li aprono il minimo indispensabile per poterli leggere), ma è anche il titolo di un articolo su Repubblica di qualche giorno fa di George Steiner, con il quale concordo su diversi elementi.
Si legge poco e sempre meno. – inizia Steiner – Spesso poi si leggono “riassunti”, antologie, materiale insomma predigerito.
La lettura richiede alcuni requisiti speciali.
Anzitutto una gran quiete.
In America le statistiche dicono che l’85% degli adolescenti legge con musica o televisione in sottofondo. Nessuno può leggere un testo minimamente serio in queste condizioni, scrive Steiner e sono perfettamente d’accordo. Trovare silenzio nelle nostre città e nelle nostre case è sempre più difficile. Fino all’età di 22 anni ho vissuto in zone silenziose del mio paese, ora invece abito vicino a una strada (statale?provinciale? non si sa più di chi sia). Bisogna farci l’abitudine. Ma spesso manca anche il silenzio dentro la casa, tra televisione, ipad, pc, telefonini, ecchecazzo! Occorre barricarsi nella stanza più lontana, sigillare la porta e concentrarsi.
Seconda condizione: un minimo di spazio privato dove stare con il libro, senza nessuno che ci stia tra i piedi.
A differenza della musica, che è esperienza condivisa, la lettura non lo è. A meno che non si legga ad alta voce, cioè si riprenda quella grande e purtroppo spesso abbandonata abitudine di “oralizzare” i testi scritti.
Terza condizione: avere dei libri.
Perché? Perché bisogna assolutamente tenere una matita in mano. Bisogna prender nota, sottolineare, sfidare il testo, scrivere ai margini. Ecco, io sono uno di quelli che quando ha letto un libro si vede. Matita, penna, pennarello, tutto quello che serve per annotare, sottolineare. Non solo. Se trovo un articolo di giornale che parla di quel libro, oppure di un argomento del libro, lo ritaglio e lo inserisco al suo interno. E’ bello, anni dopo, ritrovare pagine di giornali vecchi, e magari leggere articoli del tempo che fu, insieme alle impressioni che quel libro ci aveva lasciato.
Vabbe’, farneticazioni di un vecchietto.
Mo’ vado a prendere l’aipad e mi sparo una selezione di videacci da iutub… (se riesco ad accenderlo)