Il Matador riemerso dal fondo: anche stavolta ha vinto, e anche stavolta non ha stravinto. A guardare le classifiche degli altri giri di tre settimane che si è portato a casa, si nota che tra Alberto Contador e gli altri atleti da podio ci sono distacchi che non sono certo così grossi. In alcuni casi (due: un Tour e una Vuelta) si è sotto il minuto. In altri due casi non si superano i due. Non può essere un caso, ma forse invece la conferma ciclistica che Contador corra sempre con l’idea del massimo risultato con il minimo sforzo, e questa linea di corsa gli da ragione. Se un italiano avesse vinto una grande corsa a tappe, dopo che un mese prima ancora si parlava di stagione finita per una gamba fratturata, saremmo vicini alle esaltazioni (anche giuste) per il nostro Nibali vincitore del Tour. Anche se nel periodo in cui la parabola discendente è avviata (ma mica vuol dire che nel giro di 6 mesi lo spagnolo diventi un ‘fermo’ della bici), Contador riemerge da una stagione iniziata bene (Tirreno-Adriatico) ma proseguita peggio (Tour) e conclusa nuovamente ai vertici. Vince regolando un Froome copia tutto sommato un po’ sbiadita rispetto al Froome 2013, forse figlio di quell’esaurimento fisico e nervoso che solo Sky sa costruire, con allenamenti e preparazioni che definire estenuanti è dir poco, e vince davanti al solito Valverde che d’importanti occasioni perse potrebbe tenere conferenze in giro. Il prossimo anno Contador avrà Basso come gregario, e così Bijarne ‘Mister 60%’ Riis avrà in squadra i due atleti che come DS gli hanno dato i due casi di doping più famosi degli ultimi 10 anni. World Tour: da due stagioni a questa parte l’italianità del gruppo era portata avanti da Cannondale (più Stars & Stripes che roba nostra) e Lampre. La prima, appunto, sempre meno tricolore, nonostante l’anima fosse ancora ben rappresentata (diversi fra atleti, dirigenti, tecnici), mentre dal prossimo mese si chiude un capitolo importante nato con la Liquigas. In teoria resta la Lampre, a meno che non arrivino novità sul procedimento legato all’inchiesta doping di cui non si parla, ma non è che sia stata cancellata. Altre formazioni non sembrano avere (anzi, diciamo che non ci sono proprio) i soldi per comprarsi l’accesso all’elite del ciclismo mondiale. Androni vivacchia bene ma senza lussi come Professional, la Bardiani CSF non ha certo velleità e sponsor internazionali e il vecchio gruppo della ex Farnese ha regalato tre dopati fatti di EPO (Di Luca, Rabottini e Santambrogio) nelle ultime due stagioni. Campioni del Mondo!!!! Giuseppe Di Salvo, ha vinto il Campionato Mondiale Amatori Uci. Di Salvo, che oggi ha trent’anni, nel 2007 (quindi alla veneranda età di 23 anni, evviva!) venne trovato positivo per gonadotropina umana a un controllo antidoping al Giro delle Tre Provincie (avessi detto!...) e squalificato per due anni. Scontata la squalifica, riprese per un po’ a fare il professionista e poi passò al mondo amatoriale (“e figurarsi”,! direbbe l’amico Alessandro). Saputo di questo importante curriculum vitae, la nostra Federciclo ha chiesto all’UCI di togliere il titolo all’atleta. Una volta per ridere andavi al circo e pagavi il biglietto, oggi almeno è gratis: basta che ricolleghi alle news nel sito FCI. Nelle granfondo ci sono un sacco di segnalazioni, forse mai così tante dai partecipanti, per gente che dovrebbe stare a casa e invece è presente in gruppo per fare da gregari – badando bene a non indossare la divisa societaria – a compagni o compagne di società che si stanno giocando primi posti nelle classifiche di categoria, falsando i risultati delle corse, aiutati da dirigenti societari distratti magari dal fatto che al momento dell’iscrizione dei propri rappresentanti alla tal gara passava una bella bionda, e che un’atleta ben piazzato in una determinata categoria valeva quel momento di distrazione.
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Il Matador riemerso dal fondo: anche stavolta ha vinto, e anche stavolta non ha stravinto. A guardare le classifiche degli altri giri di tre settimane che si è portato a casa, si nota che tra Alberto Contador e gli altri atleti da podio ci sono distacchi che non sono certo così grossi. In alcuni casi (due: un Tour e una Vuelta) si è sotto il minuto. In altri due casi non si superano i due. Non può essere un caso, ma forse invece la conferma ciclistica che Contador corra sempre con l’idea del massimo risultato con il minimo sforzo, e questa linea di corsa gli da ragione. Se un italiano avesse vinto una grande corsa a tappe, dopo che un mese prima ancora si parlava di stagione finita per una gamba fratturata, saremmo vicini alle esaltazioni (anche giuste) per il nostro Nibali vincitore del Tour. Anche se nel periodo in cui la parabola discendente è avviata (ma mica vuol dire che nel giro di 6 mesi lo spagnolo diventi un ‘fermo’ della bici), Contador riemerge da una stagione iniziata bene (Tirreno-Adriatico) ma proseguita peggio (Tour) e conclusa nuovamente ai vertici. Vince regolando un Froome copia tutto sommato un po’ sbiadita rispetto al Froome 2013, forse figlio di quell’esaurimento fisico e nervoso che solo Sky sa costruire, con allenamenti e preparazioni che definire estenuanti è dir poco, e vince davanti al solito Valverde che d’importanti occasioni perse potrebbe tenere conferenze in giro. Il prossimo anno Contador avrà Basso come gregario, e così Bijarne ‘Mister 60%’ Riis avrà in squadra i due atleti che come DS gli hanno dato i due casi di doping più famosi degli ultimi 10 anni. World Tour: da due stagioni a questa parte l’italianità del gruppo era portata avanti da Cannondale (più Stars & Stripes che roba nostra) e Lampre. La prima, appunto, sempre meno tricolore, nonostante l’anima fosse ancora ben rappresentata (diversi fra atleti, dirigenti, tecnici), mentre dal prossimo mese si chiude un capitolo importante nato con la Liquigas. In teoria resta la Lampre, a meno che non arrivino novità sul procedimento legato all’inchiesta doping di cui non si parla, ma non è che sia stata cancellata. Altre formazioni non sembrano avere (anzi, diciamo che non ci sono proprio) i soldi per comprarsi l’accesso all’elite del ciclismo mondiale. Androni vivacchia bene ma senza lussi come Professional, la Bardiani CSF non ha certo velleità e sponsor internazionali e il vecchio gruppo della ex Farnese ha regalato tre dopati fatti di EPO (Di Luca, Rabottini e Santambrogio) nelle ultime due stagioni. Campioni del Mondo!!!! Giuseppe Di Salvo, ha vinto il Campionato Mondiale Amatori Uci. Di Salvo, che oggi ha trent’anni, nel 2007 (quindi alla veneranda età di 23 anni, evviva!) venne trovato positivo per gonadotropina umana a un controllo antidoping al Giro delle Tre Provincie (avessi detto!...) e squalificato per due anni. Scontata la squalifica, riprese per un po’ a fare il professionista e poi passò al mondo amatoriale (“e figurarsi”,! direbbe l’amico Alessandro). Saputo di questo importante curriculum vitae, la nostra Federciclo ha chiesto all’UCI di togliere il titolo all’atleta. Una volta per ridere andavi al circo e pagavi il biglietto, oggi almeno è gratis: basta che ricolleghi alle news nel sito FCI. Nelle granfondo ci sono un sacco di segnalazioni, forse mai così tante dai partecipanti, per gente che dovrebbe stare a casa e invece è presente in gruppo per fare da gregari – badando bene a non indossare la divisa societaria – a compagni o compagne di società che si stanno giocando primi posti nelle classifiche di categoria, falsando i risultati delle corse, aiutati da dirigenti societari distratti magari dal fatto che al momento dell’iscrizione dei propri rappresentanti alla tal gara passava una bella bionda, e che un’atleta ben piazzato in una determinata categoria valeva quel momento di distrazione.
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