Chi riesce a uscire dall'Ikea senza niente in mano, la alzi!

Da Wondermum
Ikea, Brico e Decathlon in due ore e mezza.
Record assoluto.
Medaglia al valore per atto eroico: non mi sono sfiduciata dopo il percorso obbligato di 845 chilometri nella tundra svedese.
Dalla quale sono uscita ingombra di sacchetti.
Ma ad agosto la Regina del Fai-da-te che è dentro di me prende il sopravvento.
Dovevo assolutamente riuscire a trovare i pezzi per aggiustare lo zoccolino della cucina che è rotto da un anno buono, riorganizzare la libreria e tutti i quaderni di scuola delle bimbe che tra un po' esco io di casa e gli faccio pagare l'affitto. Ai quaderni. Comprare il pacco regalo di candele che mi basteranno per dieci anni, ma che a quel prezzo le trovi solo all'Ikea, forse perchè la cera svedese costa meno. Trovare varie soluzioni per varie problematiche pratiche che non sto qui a dirvi perchè sono fatti miei, delfini curiosi.
Però, ditemi se non capita anche a voi di girarvi a destra e a sinistra e dire:
"Oh, quello mi serviva... Ah, questo mi si è rotto... Uh, questo è un'idea geniale che potevano arrivarci solo loro... Ih, questo è ancora meglio di quello che volevo... Eh, questo non ho la più pallida idea di cosa serva... "
Non so cosa prenda dentro lì, sarà il morbo della betulla, il Billyvirus, la malattia dell'alce di peluche, ma dopo un po' tutti tornano indietro a prendere il carrello, perchè la praticissima borsa gialla è già piena.
Sì, la borsa gialla, quella alta venti centimetri e larga sei metri, perchè così se compri la libreria ce la puoi mettere dentro direttamente sdraiata e non la sfreghi per terra. Quella che non riesci a equilibrare nemmeno se sei nato sotto il segno della bilancia, perchè ci sarà sempre quell'oggetto di piombo indispensabile che ti sei accalappiato dal cesto "Piombverk, oggetto inutile in puro solfato di bario a 0,69 euro - 8 pezzi", che ti si infila di lato e così ti tocca camminare sbilenco ma arrivi comunque a casa con l'anca lussata.
L'unica cosa che non concepisco all'Ikea sono le casse.
Non ve le descrivo, andate a vederle di persona...
Le cassiere sono rivolte dalla parte opposta a chi deve pagare e per chiedere a tutti i clienti se hanno la carta Ikea-family devono fare giravolte impressionanti. Infatti hanno tutte il torcicollo.
Il rullo è lungo venti centimetri e non c'è posto per appoggiarsi.
Non si capisce mai dove i tuoi prodotti finiscono e iniziano quelli del poveretto dopo di te, che ha già posizionato tutta la sua spesa sul rullo e per essere sicuro di non perdere il turno (come non si sa) è già avanzato e ce l'hai col fiato sul collo.
La macchinetta del bancomat è incollata alla cassa.
Così al momento del pagamento son dovuta retrocedere e aspettavo che gentilmente il signore dietro di me si levasse dai coglioni. Con grazia.
Ma lui niente. Statico, proprio davanti al POS.
Io lo guardo, lui mi guarda.
Io sorrido, lui no.
Io sospiro e mi appoggio con la mano sul fianco.
Lui mi guarda stizzito :
"Che c'è?? Non va??"
"Io vado anche... me lo digita lei il PIN??"
"Ah, se me lo vuole dire me lo dica pure!!" replica garulo l'umorista de'noialtri.
"Simpatico... " dice ironicamente la cassiera.
"Sì, come un dito nell'occhio!"

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