Se siete curiosi di sapere come si estinguerà la razza umana, trovate un esauriente elenco dei possibili modi in un libro scritto da Alok Jha, master in scienza della comunicazione e laurea in fisica all’Imperial College di Londra, corrispondente del Guardian e collaboratore della BBC. Nel suo Manuale dell’apocalisse (The Doomsday Handbook – 50 Ways to the End of the World) sono elencate una cinquantina di possibili catastrofi, dal banale impatto con un meteorite a una nuova glaciazione, dall’inversione geomagnetica alla improvvisa comparsa di una letale particella subatomica denominata strangelet.
Un primo suggerimento risale addirittura ai tempi di Noè e si trova nella Bibbia (infinite ristampe e autori vari che scrivono tutti da dio), dove si legge che a salire sull’arca della salvezza furono «Noè, i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, gli animali mondi e immondi, gli uccelli e gli esseri che strisciano sul suolo, tutti a due a due, maschio e femmina».
La ricetta appare un po’ semplicistica: neanche un cenno al tema delle coppie gay o degli organismi geneticamente modificati, è vero, però indubbiamente ha funzionato.
Se poi ci spostiamo dalle catastrofi del passato a quelle del futuro, la scelta pare ancora più elementare, visto che si salvano soltanto in due: Arthur Dent, portato via all’ultimo minuto dal suo amico alieno Ford Prefect (che si rivelerà essere originario di Betelgeuse) e Tricia McMillan, fuggita con maggiore anticipo in compagnia di Zaphod Beeblebrox, un altro alieno che è “quasi-cugino” di Ford. Almeno così ci riferisce Douglas Adams, autore del best seller Guida Galattica per autostoppisti (The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy), il quale profetizza che la Terra finirà con l’essere demolita perché si trova proprio sul percorso di una nuova autostrada iperspaziale.
Se una fine del genere per il nostro pianeta vi sembra troppo inverosimile e pensate di poter ridurre il tutto all’eccesso di fantasia di uno scrittore in overdose da humor britannico, provate a ricordare quanti universi della vostra infanzia sono stati cancellati da supermarket, villette a schiera o altre indispensabili colate di cemento e vi accorgerete che molti mondi, ogni giorno, finiscono per cose molto più banali di un’autostrada iperspaziale.
Questa volta si tratta del pianeta Golgafrincham che, destinato a una fine orribile causata da uno sciame di api piranha lunghe tre metri, o forse da un’enorme capra stellare mutante, vedrà salvarsi soltanto un gruppo selezionatissimo di persone. Sulla nave spaziale, denominata “Arca B”, hanno infatti trovato posto soltanto parrucchieri, produttori televisivi, agenti d’assicurazione, capi del personale, guardie di sicurezza, addetti alle pubbliche relazioni, consulenti amministrativi, disinfettatori di telefoni e chi più ne ha più ne metta. Come finisce la storia (e come finisce il pianeta) è un triplo colpo di genio di Adams che vale la pena andare a scoprire personalmente, senza che io stia qui a svelarvi nulla.
Converrete con me che è abbastanza prevedibile che l’autore voglia salvare alcuni giovani innamorati (Only Lowers Left Alive…) e qualche gruppetto di brave persone in giro per il mondo, ma immagino che nessuno avrebbe pensato di inserire nell’elenco anche una ragazzetta deforme e una bambina mongoloide. Si, lo so, si dovrebbe dire “bambina down”, ma nel libro, che vanta una traduzione di più di trenta anni fa, c’è proprio scritto “mongoloide”. Comunque, al di là del bon ton terminologico, se leggerete questo romanzo capirete che la scelta proposta è indiscutibilmente la migliore possibile, fosse altro perché viene direttamente da chi già una volta aveva dato la lista a Noè.