Chi sarà l’MVP 2012?

Creato il 30 marzo 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Record di squadra e statistiche individuali alla mano la corsa per il premio di Most Valuable Player NBA di questa stagione sembra ristretta a 5 giocatori. Kobe Bryant, Kevin Durant, LeBron James, Dwight Howard e Derrick Rose sono i candidati visto cosa stanno facendo sul campo e la loro importanza per le rispettive franchigie. Senza voler fare una classifica (che è francamente impossibile) vediamo cosa stanno facendo queste cinque superstar, che appartengono al passato, presente e futuro della Lega.

DERRICK ROSE

E’ l’MVP in carica e gioca nella squadra che ha il miglior record della NBA; viaggia a 22.8 punti, 3.5 rimbalzi e 8 assist tirando il 45% dal campo, 31.4% da tre e 81.9% ai liberi. Numeri buoni ovviamente ma non devastanti anche perchè D-Rose è stato tormentato per tutta la stagione da diversi fastidi fisici che l’hanno costretto spesso a restare in panchina (è fermo dal 13 marzo). Il suo impatto al momento è minore rispetto a quello degli altri quattro candidati, anche perchè coach Thibodeau ha costruito una macchina semi-perfetta che può reggere anche l’assenza di giocatori importanti.

KEVIN DURANT

Probabilmente il principale candidato al premio. Le cifre, che sono comunque pazzesche: 27.7 punti, 8.1 rimbalzi e 3.5 assist, 50.1% dal campo, 37.6% da tre, 84.8% ai liberi, non dicono dell’impatto che la seconda scelta assoluta al draft 2007. E’ stato miglior marcatore delle ultime due stagioni e OKC sta volando in testa alla Western grazie alla sua leadership sempre più evidente. Al momento è l’attaccante più difficile da marcare dell’intero Globo e le sue braccia infinite gli permettono di essere protagonista anche in difesa.

DWIGHT HOWARD

E’ il centro più dominante degli ultimi anni e l’NBA lo insignisce già da tre stagioni del premio di miglior difensore; in attacco resta una macchina da punti incredibile per lo strapotere fisico nei confronti di tutti gli avversari. 20.9 i punti realizzati con 14.5 rimbalzi (primo nella Lega) e 2.2 stoppate ma su di lui c’è sempre un’aura di scetticismo dovuta alla sua indole giocosa (troppo) e all’incapacità di tirare i liberi (49% in stagione!), cosa piuttosto importante nei momenti chiave delle partite. L’aver deciso di restare ad Orlando è stata una discreta mossa per la sua immagine, ma probabilmente non così buona dal punto di vista tecnico.

LEBRON JAMES

26.5 punti, 8.3 rimbalzi, 6.5 assist e 53.3% dal campo sono numeri ormai “normali” per la stella dei Miami Heat, ma che non lo sono per tutti gli altri giocatori della NBA. Solo questo dovrebbe far prendere al Maurice Podoloff Trophy la via di South Beach, ma il fatto di dividere gli oneri e gli onori delle vittorie con Wade fa perdere un po’ di appeal al Re. Inoltre nell’ultimo periodo anche a causa di un problema a dito della mano e gomito ha abbassato leggermente l’intensità ma resta ad ogni modo la combinazione meglio riuscita per giocare a basket dai tempi di Oscar Robertson.

KOBE BRYANT

33 anni e 220 giorni, 15 anni tra i Pro, un legamento di un polso rotto e un’operazione al ginocchio effettuata in estate; ma questi non sono problemi per il Black Mamba. 28.2 punti di media sono il suo miglior risultato dal 2007/08 e il 6^ della sua carriera. Essere in testa alla classifica marcatori gli mancava da tempo, e a tutto questo aggiunge anche 5.6 rimbalzi e 4.6 assist. I Lakers sono come sempre una polvieriera e in parte è dovuto anche al suo carattere tutt’altro che facile, ma resta il giocatore con più fame (e più voglia di lavorare e migliorare costantemente) da quando MJ ha riposto le scarpe per sempre. Queste cifre a questi anni non sono una cosa comune, e il premio di MVP potrebbe essere il giusto riconoscimento per una stagione clamorosa.

HONORABLE MENTION – KEVIN LOVE

Gioca in una squadra giovanissima che sta ricostruendo che non farà i playoff (a meno di un intervento Divino) e questo lo toglie di fatto dalla lista dei possibili premiati. Ma i suoi numeri sono nettamente al livello degli altri candidati per il premio di MVP: 26.6 punti e 13.9 rimbalzi significa rispettivamente terzo e secondo posto nelle rispettive classifiche! In più Love sta tirando con il 38.8% da tre (ha vinto il 3-point contest all’All-Star Game) e al momento sembra essere l’ala grande più difficile da marcare per questa sua abilità nel giocare sia dentro sia fuori dall’area.
Per quest’anno non se ne fa nulla (qualche voto potrebbe comunque arrivare), ma se la crescita dei T-Wolves dovesse essere reale l’anno prossimo, allora K-Love diventerebbe di diritto uno dei contendenti per il premio.


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