Occorre, quando si legge, aver l’animo leggero e che nulla di vita sia parte nei pensieri.
Che talvolta, quando si legge di malinconia, se di malinconia s’è addentro, di malinconia si vien fatti preda.
E quando di riso si legge, se di riso s’è fatta tronfia la vita, di riso sconclusionato si riempion le giornate.
Occorre, quando si legge, sedersi quieti come al bordo di un lago e lasciar perdere il sentimento qual barca abbandonata.
Che talvolta, quando si legge di tristezza, se di tristezza celata v’è nel cuore, tristezza viva rinasce con fiero ardore.
E quando d’amore si legge, se d’amore s’era abbandonato il sospiro, più forte ei ritorna qual fuoco ardente e vivo.
Occorre, quando si legge, dimenticare d’essere se stessi e come manichino farsi possedere dalle parole di chi scrive, in una nuova vita rilegata. Solo così quei sentimenti che leggiamo faranno un breve viaggio dentro noi e al chiudere della pagina, lievi uccelli, voleranno via dai nostri cuori.
Che chi scrive, ciò che scrive, lo scrive solo per sè.
Chiara