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Chi sono i diversi?

Creato il 19 luglio 2012 da Tabulerase

Chi sono i diversi?«Era bagnato fradicio e aveva fame e freddo ed era lontano cinquantamila anni-luce da casa… E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco… Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante, e senza squame».

In queste righe, il colpo di scena di un racconto famoso “Sentinella” di Fredrick Brown, in cui il protagonista è un soldato in guerra contro gli alieni su di un pianeta sperduto. Sta sorvegliando la sua posizione quando all’improvviso un nemico tenta di avvicinarsi. Lui lo vede e lo uccide. Ma nelle ultime frasi il lettore si rende conto di stare leggendo la storia di un alieno che ha appena ucciso un essere umano, il mostro.

La grandezza di quelle righe è evidente anche al più distratto lettore: quelle parole sono un invito determinato e forte alla riflessione sul concetto di diversità e , soprattutto, sulla paura del diverso.

La paura è un istinto irrazionale che trova radici profonde nel nostro io più intimo. E la paura del diverso , la xenofobia, è la più irrazionale tra tutte le paure perché non nasce da una minaccia concreta, ma scaturisce da un’ipotesi di minaccia, dalla rappresentazione immaginifica di un pericolo che, nella maggior parte dei casi, non è nemmeno potenziale.

Perfino il Frankstein di Mary Shelley, nella sua orrenda diversità , è più umano di quanto possa trasparire dal suo aspetto. Infatti, lui mostro, accettato nella sua diversità solo da un cieco, nella sua solitudine di “irregolare” , spaventato dall’anormalità, non può fare a meno di cercare un suo simile.

Con i nostri simili ci sentiamo al sicuro, protetti e tranquillizzati dalla omogeneità di aspetto e comportamenti, di azioni e – perché no?- paure.

Ma nella nostra società della omologazione , chi è il diverso? E’ diverso l’immigrato, l’omosessuale, il disabile, il pazzo (ma non siamo tutti pazzi?), il rom, l’anziano,il perdente, chi non entra nella taglia 42 (o addirittura nella taglia 40), chi non veste alla moda… ma quanti “diversi”! E allora forse bisognerebbe chiedersi chi è normale…

La diversità è , invece, un valore fondamentale ed è sinonimo di crescita, di ricchezza. Dal confronto di più esperienze differenti nasce la cultura, si arricchiscono le menti, si migliorano i destini delle nazioni e l’educazione al rispetto della diversità dovrebbe essere materia di studio nelle scuole a tutti i livelli per “allenare” i giovani al piacere della scoperta…

Voi cosa ne pensate?


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