di Paolo Sorrentino
Umberto Contarello
Skira 218p., € 15,00
isbn 9788857220147
"Molti pensano che un funerale,in virtù dei suoi aspetti emotivi ed emozionali, sia un evento causale,privo di regole.Non è così.Il funerale è l'appuntamento mondano par excellence.Tutto deve essere calibrato.Perchè molti sono gli occhi che si posano su di noi.A un funerale, non bisogna mai dimenticare, si va in scena"(...) E' rigorosamente vietato mettersi in fila o nel mucchio per le condoglianze ai parenti.Con pazienza, si attende che i parenti siano liberi dalla calca.Solo a quel punto,accertatisi che la platea sia seduta, si possono fare le condoglianze.In questa maniera ,tutti ti possono vedere.Si prendono le mani del sofferente.Si sussurra all'orecchio una frase sicura,detta con autorevolezza.Per esempio:"Nei prossimi giorni,quando ci sarà il vuoto, sappi che puoi contare sempre su di me". Ho è estratto questo brano dal libro perchè ha mio parere più di altri evidenzia l'agghiacciante cinismo che muove i personaggi di questa Roma decadente che è splendidamente raccontata da Paolo Sorrentino e Umberto Contarello. Il testo è la sceneggiatura dell'omonimo film , ma la scrittura lineare ed essenziale nulla toglie alla potenza espressiva, a tratti sembra leggere Flaiano. Il protagonista Geppino Gambardella,per gli amici Jep, vive una vita glamour immerso nelle feste romane , quelle descritte nel romanzo sembrano uscite dal libro di D'Agostino "Cafonal", ci sono i parvenu,i nobili decaduti a noleggio, gli eroinomani ,le vecchia star della TV che si vendono per pochi euri, Cardinali e Sante. Jep lavora come giornalista per la vulcanica Elide Lettieri, per tutti "Dadina", nana tanto piccola quanto acuta nel giudicare le persone e risoluta nell'affrontare le sfide che la vita le pone . Jep è autore di articoli di costume e interviste a grandi maestri del cinema , è autore di un solo romanzo,questo il suo maggior cruccio, vorrebbe scrivere il prossimo testo sul Niente citando Flaubert, ma per il momento gli riesce assai difficile nonostante sia circondato da una fauna umana che non gli dovrebbe rendere difficile il lavoro,anzi. A fare da sfondo a questa storia c'è lei, la Grande Bellezza: Roma, che in uno degli episodi più commoventi del libro ,con l'aiuto di personaggio ambiguo ,Jep e l'affascinante coatta Ramona, ammireranno dai tetti dei più bei palazzi romani fino a giungere nella stanza dove è custodita ,la Fornarina di Raffaello, un capolavoro al quale il gaudente e spensierato Jep è assai legato perchè gli ricorda Elisa De Santis, la donna che tanti anni prima gli ha spazzato il cuore. Un romanzo che ha un che di Felliniano,la malinconia di un Pietro Germi,la spietatezza di Dino Risi,la poesia di Ermanno Olmi.
di Luigi De Rosa
P.S. Chi sono,io? Se lo chiede Andrè Breton nel romanzo autobiografico Nadja citato dal nostro Jep che per tutta la vita ha cercato una risposta a questa domanda come ognuno di noi.
Qual'è la risposta più appropriata ad una simile domanda?
La Fornarina di Raffaello