
C’era una volta nella savana una lepre che, trovandosi a corto di cibo e avendo una grande fame, cammina cammina,dopo centinaia di miglia, s’imbatte in un baobab.
Apprezzata la maestosità del suo essere e l’appetibilità delle sue foglie saporitissime,inizia a cibarsi di esse.
Il baobab allora,ancora più generosamente, la invita ad arrampicarsi su in alto e a entrare nel suo tronco, dove le dice che troverà ogni ben di Dio.
Infatti è proprio così.
Nel primo spazio interno la nostra lepre trova pietanze succulente.
Di alcune si ciba ma altre le mette in un sacco da portare con sé per periodi difficili, quando siccità e carestia non daranno scampo a uomini e ad animali.
Un po’ più su c’è frutta matura a volontà. Da banane a manghi e a papaie.
E poi, ancora un po’ più su, abiti per coprirsi di tutte le fogge.
Infine un mucchio di monete d’oro, ma proprio tante, per fare acquisti al mercato.
Ringraziato, come più non si poteva, il generoso baobab, la lepre, con il suo carico,s’avvia a fare ritorno alla propria abitazione.
Quando però sta per giungere a destinazione, ecco che le si para dinanzi una iena.
Questa, sbirciato il carico della lepre, tra una parola e l’altra vuole sapere tutto sul generoso e misterioso baobab.
E la lepre ,ingenua com’è, racconta tutto.
Così la iena s’incammina e raggiunge anch’essa il baobab.
E qui, senza mezzi termini, sgarbatamente fa mano bassa di tutte le monete d’oro, che erano riposte nel tronco dell’albero. E solo di quelle.
E, poi, non contenta e avida qual’é, con un affilato e grosso machete, minaccia di morte certa il baobab.
In questo modo ella è convinta che nessun altro avrebbe potuto possedere la sua stessa ricchezza.E la ricca sarebbe stata solo lei.
Ma, non finisce di pensare ciò che tutte le monete d’oro, quelle che aveva sottratto al baobab, spariscono d’incanto mentre un vento terrificante investe il luogo.
Il sacco della iena resta vuoto e all’avida bestia non resta che allontanarsi da lì in tutta fretta, perché le cose non peggiorino ulteriormente.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
