Ieri sera, alla vigilia di ritorni al lavoro e di partenze, la ‘povna e Thelma hanno organizzato una cena a casa loro, così all’ultimo momento. Proprio per questo erano in pochissimi, solo sette: insieme alle due cugine, BibCan, Piton-che-non-è-Snape, lo Stropicciato, Val-di-Non e Norma (oltre ovviamente al gatto Semolino). Così, dopo aver mangiato e bevuto in compagnia e a quattro palmenti, sono passati a sedersi su poltrone e divani, in modo comodo. E lì si sono dedicati con alacrità alla chiacchiera: parlando di navi, di sigilli e di scarpine, ovviamente. Poi, da cosa nasce cosa, dopo aver ampiamente discusso sui colori con i quali ciascuno di loro si rappresenta il tempo (giovedì per la ‘povna è rosso, per esempio, così come anche il Cinquecento e il mese di dicembre), su proposta dello Stropicciato sono finiti a fare il gioco del foglietto: quello per cui ciascuno compila (passandosi di volta in volta, piegato, il manoscritto) una di queste voci, in bell’ordine: Soggetto1; Soggetto2; Complemento di Luogo; Predicato (azione); ciò che dice Soggetto1; ciò che dice Soggetto2; e, infine, la morale della storia.
Dopo, prima di darsi agli addii e alla buona notte, hanno letto ad alta voce i loro parti, con risultati ridanciani. Ma, per comune ammissione dei presenti, una storiella spiccava tra le altre: che proponeva (rullo di tamburi) per protagonisti niente meno che la ‘povna e Babbo Natale. Poiché inoltre, per unanime giudizio, tutti loro hanno deciso che il raccontino potrebbe essere universalmente divertente, la ‘povna, a mo’ di apologo per il nuovo anno (straordinariamente in tema, peraltro), se lo è portato in treno, mentre scendeva a sud, questa mattina presto. E decide infine di copiarlo qui.
Babbo Natale e la ‘povna, a bordo di un battello, teorizzano il poliamore. “Quanto vorrei che tu iniziassi a studiare la letteratura comparata” – le dice lui. “Pure io” – ribatte lei.
O mythos deloi oti: chi va con lo zoppo, impara a zoppicare.