Chi va con lo Zoppo... ascolta 'Live Adventures', il nuovo album dei Soft Machine Legacy

Creato il 26 ottobre 2010 da Conlozoppo
Seconda serata di "Prog e Dintorni 2009": 5 febbraio, Trescore Balneario (BG). Ricordo con immenso piacere il concerto dell'ultima incarnazione Soft Machine, quella Legacy - eredità, lascito, patrimonio di rock-jazz unico nella storia musicale del secondo '900 - artefice di un concerto breve ma intenso, memorabile. Mancava il povero Hugh Hopper, sostituito egregiamente da Fred Baker, ed Elton Dean non c'era già più, benchè sul palco l'ottimo Theo Travis (che avremmo rivisto poco dopo in forza ai rinnovati Gong) svolgesse ottimamente il suo ruolo di fiatista.
Dalla sezione autunnale del tour 2009 arriva questo "Live Adventures" dei SML: due serate in Austria e Germania registrate e pubblicate dall'attenta Moonjune come probabile epitaffio per la storia gloriosa di una straordinaria formazione. Come nella serata bergamasca, anche nel live-album spicca la presenza centrale di John Marshall: batterista mai troppo celebrato ma decisivo, impeccabile, presente e solido come non mai. Il repertorio dei Legacy è concentrato ovviamente sulla nuova fase della formazione, nata con Holdsworth e Dean nel 2004: dai primi tempi sono presenti una sintetica - ma sempre affascinante - "Facelift", la ratledgeiana "Gesolreut" (da "Six").
Il disco si chiude con un valido pezzo firmato Travis ("The last day") ma in generale le atmosfere sono quelle passate di Jenkins ed Etheridge (il blues di "Song of Aelous" ad es.). Proprio quest'ultimo è l'elemento più appariscente del quartetto, ma la sua presenza non invade nè accentra: se l'apertura "Has riff II" crea colori e atmosfera per preparare lo spettatore, "Grapehound" rivela le caratteristiche del quartetto, elettrico ma non caciarone, pungente ma sempre in linea con l'equilibrio storico, benchè la chitarra tagliente di John marchi con vivacità il sound (vedi la graffiante "In the backroom"), placandosi con la splendida "The nodder".
Un formidabile live, non molto diverso dai precedenti due del 2005 e 2006, anche se trasmette la sensazione di un frettoloso assemblaggio, privo com'è delle consuete e approfondite liner notes che la Moonjune riserva ad ogni album che merita un ascolto attento, meditato e "importante".

http://www.myspace.com/softmachinelegacy
(Recensione apparsa su: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3308)

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