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Chi va con lo Zoppo... ascolta 'Orko Trio', il disco d'esordio dell'ORKO TRIO!

Creato il 20 novembre 2011 da Conlozoppo
Soft Machine incazzati. Molto probabilmente se Mike Ratledge avesse esagerato col fuzz in preda a un delirio rumoristico arginando il perfezionismo di Karl Jenkins, avrebbero anticipato quanto presenta l'Orko Trio oggi. Insolenti e sarcastici già dal nome e dalla copertina - l'astronauta impiccato nel pieno di un viaggio spaziale... - i tre componenti dell'Orko Trio giocano molto sull'impatto di un rock-jazz strumentale, privo di chitarre e con l'asse spostato sul Fender Rhodes distorto e fragoroso.
Anni fa un trio del genere sarebbe stato considerato un "supergruppo" viste le esperienze che Giorgio Pacorig, Enrico Giletti e Michele Cuzziol annoverano, ma in periodi di magra per l'industria discografica e di paurosi cali di ispirazione per la maggior parte degli artisti, anche le aspettative dell'Orko si adeguano. Non è un caso che il debutto dei tre comunichi subito un'intenzione "leggera" ma mai disgiunta da un'impeccabile serietà che guarda alle modalità jazz ma anche all'esperienza progressive, pensiamo ai King Crimson del 73/74.
Si gioca sui riff, sul tema sviluppato con verve e piglio talvolta brusco, ma non manca la classe: a partire dall'incipit secco e tagliente di "Little rootie tootie" e "The legendary Hasaan" attraversando il groove marcato di "Daghe" e l'irresistibile funk di "Deep pig", il trio sfodera pezzi adamantini che ricordano quanto fatto qualche anno fa da TriPod, Dreadnaught e Slang, per certi versi anche i nostri StereoKimono. "Landmine" sfida l'hard rock di tante band aggressive solo nel vestiario e nelle mossette da palcoscenico, "L'orso" rievoca direzioni ritmiche ficcanti e minacciose alla Van Der Graaf.
Ottimo esordio, incazzati al punto giusto, anche se il rischio che l'effetto sorpresa svanisca è dietro l'angolo.

http://www.myspace.com/orkotrio(Recensione apparsa su: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Recensioni&file=view&id=3482)

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