LUCIO BATTISTI:
LA VERA STORIA DELL'INTERVISTA ESCLUSIVA
Renato Marengo
con un saggio di Gianfranco Salvatore
(Coniglio, 2010)
La longevità di un'opera, la sua durata nel tempo, la sua persistenza nella memoria collettiva, sono dovute ad un insieme di elementi tra i quali non si può negare l'interpretazione autentica dello stesso autore. Basta pensare al Sgt. Pepper beatlesiano e a quanto abbiano influito le continue celebrazioni postume, ma anche alla lettura che ne hanno dato McCartney o Sir George Martin. Un equivalente italiano, il celebre Anima latina di Lucio Battisti, gode di una fama simile: celebrato già ai tempi della sua uscita e riscoperto decenni dopo, l'album del 1974 è composto da un complesso di elementi che gli hanno conferito fama ma anche un'aura di mistero. Pensiamo al nugolo di musicisti che vi parteciparono, ai rapporti con il mondo latino ma anche con il rock progressivo e la sperimentazione, la decisione di una diversa modalità vocale e i testi rinnovati di Mogol.
Non solo. Nella rilettura data all'opera nel corso degli ultimi anni, una componente decisiva è rappresentata dal ruolo di Renato Marengo. Giornalista, operatore culturale e produttore indipendente (NCCP, Alan Sorrenti, Edoardo Bennato, Opus Avantra etc.), nel 1974 Marengo si trova negli studi del Mulino per produrre il secondo lp di Tony Esposito, attesissimo dopo il successo del debutto Rosso napoletano. Proprio in quel periodo, Battisti è nel pieno dei continui riascolti di Anima latina: un disco il cui successo - soprattutto postumo - è dovuto proprio alle lunghissime sedute in studio, alla voglia di Lucio di apporre progressive modifiche e sovrapposizioni. Grazie a quell'incontro, Lucio e Renato si scoprono e si conoscono: il primo ha bisogno di parlare di musica, di confrontarsi sul suo impellente cambiamento, il secondo è imbevuto di pop music e impegno politico, vede Battisti come un fenomeno puramente da classifica ma scopre la profondità dell'uomo e del compositore. Nasce così, in modo apparentemente casuale ma nella sostanza al crocevia tra una serie di eventi che si stavano manifestando da lontano, l'intervista più celebre di Battisti.
Dalla fine del 1971 i contatti di Lucio con la stampa si erano sempre più rarefatti: nell'anno di Amore e non amore e Vol. 4 il reatino aveva maturato in modo definitivo il suo distacco dalla comunicazione con quel mondo giornalistico più interessato al gossip e al divismo che alle scelte accordali, ai motivi di certi arrangiamenti e al perchè con Battisti le session in studio fossero così diverse da tutte le altre. Marengo invece, presentandosi come produttore, mettendo Lucio a proprio agio, spostando il baricentro su musica e cultura, raccoglie l'ok battistiano e così, il primo dicembre 1974, Ciao 2001 pubblica uno scoop sensazionale. Quella storica intervista è il centro nodale di questo libro, aperto da un succulento saggio di Gianfranco Salvatore e corroborato da un apparato di ricordi e testimonianze (Tony Esposito, Alberto Radius, Claudio Bonivento, Caesar Monti) che ne rendono ancora viva e pulsante l'attualità.
Un testo intrigante, scritto da una delle personalità più poliedriche dell'ambiente musicale nostrano.
(Recensione apparsa su: http://www.movimentiprog.net/modules.php?op=modload&name=Sections&file=index&req=viewarticle&artid=824&page=1)D.Z.