Chi va con lo Zoppo... legge MOLECOLE n. 32: Ubaldo Schiavi, Davide Matrisciano, Valter Monteleone

Creato il 18 maggio 2012 da Conlozoppo
Quando sei figlio d’arte e senti dentro certe vibrazioni, la tua interpretazione può avere qualcosa in più. Ubaldo Schiavi ne sa qualcosa e il suo debutto da solista ne è la prova. La lettura che il bassista romano vuole dare alla corrente jazz-funk è solida, ispirata, aderente al canone ma mai insulsa o priva di nerbo. Già il titolo Level 1: Beginner allude a un inizio, ad un primo livello: gli undici pezzi dell’album mostrano una dichiarata ispirazione allo stile tanto caro a Marcus Miller, Mark King e a tutta la fusion più “sculettante” e sinuosa dell’epoca d’oro. Ritmo e raffinatezza, compattezza e groove, per un lavoro funk gradevole ed elegante.
http://www.ubaldoschiavi.com
Dalla sostanza “black” a una nebulosa grigia di suoni. L’elettronica di Davide Matrisciano non è astratta, mette in linea una sequenza di pulsazioni lontane, un “traffico” che prende spunto dai Tangerine Dream più che da Brian Eno, da certe reminiscenze ipnotiche alla Goblin più che dai Lali Puna. Traffico di pulsazioni (9 modi di intendere il frastuono) non è un lavoro anacronistico perchè si pone fuori dal tempo, in una congerie sperimentale che è anche fuori dal territorio: l’autore campano infatti non ripete per l’ennesima volta la tiritera fusion della maggioranza dei suoi conterranei ma – come Retina.it, come certi lavori di Marco Messina – punta a una musica per immagini. A movie for your ears.
http://davidematrisciano.oneminutesite.it/
L’immagine è anche il fiore all’occhiello del lavoro di Valter Monteleone: un galantuomo di antico stampo, di ottimi ascolti e di garbo ormai introvabile, che in splendida solitudine ha confezionato un lavoro di confine. Al crocevia tra jazz-rock, bossa nova, musica colta, tango e fusion, il polistrumentista toscano ha fatto tutto in autonomia: Hill Park è un album quieto e composto, mai sommesso o spento. Certo Monteleone non è un rocker sfrontato o un jazzista impertinente: si muove morbido, felpato, sul velluto, e i sei brani scivolano impalpabili, evocando viaggi, paesaggi, vedute. Un impressionismo minuzioso che contrasta con grandi proclami musicali, ma che trova proprio nel suo raccoglimento una ragion d’essere.
http://www.myspace.com/valtermonteleone

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