mercoledì 30 novembre 2011 di Marilisa Dones
In principio erano Monopoli, Risiko, Cluedo… Chi di noi, infatti, non ha aspirato a possedere Parco della Vittoria o ha maledetto la prigione senza passare dal VIA! o non ha mai sospettato di Miss Scarlett nel maniero dei Tudor o non ha esultato per un doppio 6 in attacco durante l’invasione della Kamchatka?
I giochi da tavola un tempo, fino a una ventina (o forse più) di anni fa, erano i regali perfetti per ogni Natale o compleanno in quanto compendiavano un’attività ludica e un momento aggregativo allo stesso tempo. Poi un giorno arrivarono i videogiochi e si portarono via, prima pian piano, poi sempre più violentemente, i pomeriggi attorno a un tavolo con i nostri amichetti, sorseggiando cocacola o spiluccando torte fatte in casa e ci ritrovammo davanti (non tutti per la verità) a sparatutto o avventure grafiche.
Questa non è un’invettiva contro i video giochi: è stato già detto tante volte che sono nocivi, che stimolano l’aggressività, sviluppano i riflessi e che producono potenziali serial killer. Vorrei riflettere piuttosto su quello che si è perso abbandonando i giochi da tavola e su come oggi si possa ritornare a rivivere quello spirito allargando i propri orizzonti. Un’argomentazione “contro” i videogiochi, però, concedetemela: hanno soppiantato il cameratismo, lo spirito di confronto dei giochi da tavola per un individualistico face to face con il proprio computer o la propria console e, in alcuni casi, contro un centinaio di “simili” sparsi per il mondo (è il caso dei videogiochi online).
Questo vuol dire che i giochi da tavola sono scomparsi? Beh, forse non tutti sanno che questo mercato è oggi in piena espansione e rivive una nuova diffusione proveniente dalla Germania, dove esiste una vera e propria cultura del gioco da tavolo, tanto che ospita ogni anno il premio di Gioco dell’Anno (Spiel des Jahres). Dalla Germania, infatti, arrivano i giochi più interessanti: a partire dal “nuovo” (risale al 1999) classico “I coloni di Catan” con tutte le sue espansioni, a Carcassone, Agricola e ancora molti altri.
Il panorama dei giochi da tavola oggi è quanto mai variegato e pronto a soddisfare ogni necessità: appassionati di fantascienza, strategia, gestione, corse di cavalli. Di tutto e di più per passare allegramente una serata e scoprire qualcosa in più dei nostri amici, modi di pensare e di rapportarsi di fronte alle difficoltà.
È interessante, a questo proposito, notare che alcune aziende sono solite organizzare partite di “I coloni di Catan” per “testare” i propri dipendenti: attraverso le scelte operate durante il gioco gli esperti di risorse umane captano aspetti del carattere dei dipendenti e allo stesso tempo creano un momento di aggregazione all’interno dell’ambiente lavorativo.
Bisogna infatti riconoscere che per quanto i videogiochi siano diffusi e conosciuti dalla maggior parte della popolazione come attività ludica, tuttavia difficilmente questi potranno soppiantare la funzione aggregativa che svolgono i giochi da tavola. Volete mettere il piacere di passare una serata a giocare alla playstation, con gli occhi rossi a fissare uno schermo, piuttosto che una serata tra amici a gestire una fattoria, commerciare pecore, pietre e grano per ottenere il maggior numero di punti e primeggiare su tutti con l’uso della propria abilità gestionale o astuzia o spirito di contrattazione?
In questo modo potrete mettere alla prova il vostro senso degli affari, l’astuzia nel “fregare” il vostro avversario. Magari davanti a un bel bicchiere di Tinto de Verano e qualche patatina.
Da anni, ormai, io e i miei amici abbiamo riscoperto il piacere di queste serate, all’inizio sporadicamente, ripescando giochi dal passato, poi informandoci sui nuovi giochi e acquistando i più recenti, cercando di coinvolgere più amici possibile quasi sempre con felici risultati. Oramai la serata del gioco da tavola è diventata quasi un’istituzione; le domeniche che altrimenti sarebbero alquanto noiose trasformate in occasione per passare del tempo con gli amici, scambiando qualche battuta e sorseggiando una tazza di tè.
Gente, giocate!
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