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CHIAMATE LA LEVATRICE - Jennifer Worth

Creato il 27 settembre 2014 da Lalettricerampante
CHIAMATE LA LEVATRICE - Jennifer WorthIo stavo per nascere in auto. Terza figlia, nata con due giorni d'anticipo, avevo proprio voglia di uscire dalla pancia di mia mamma e scoprire un po' il mondo. Credo che il travaglio, da come mi hanno raccontato, siano durato meno di quindici minuti, giusto il tempo di raggiungere l'ospedale. Che poi, pensandoci bene, non ci sarebbe stato nulla di strano: quasi tutti i nostri genitori e sicuramente tutti i nostri nonni sono nati in casa, una pratica oggi impensabile, tanto quanto lo era in passato recarsi in ospedale. La casa si riempiva di vicine di casa e amiche, pronte a scaldare acqua, portare lenzuola pulite e dare una mano a quella persona che avrebbe poi fatto nascere il bambino: la levatrice. Spesso non era considerata nemmeno una professione, o meglio, lo era ma non riconosciuta. L'esperienza era la base di tutto. Sicuramente i parti erano più rischiosi, maggiori le complicazioni, ma bambini ne sono sempre nati tanti, quindi vuol dire che le cose funzionavano quasi come adesso.
Chiamate la levatrice di Jennifer Worth è un racconto ma anche un omaggio che l'autrice, nonché levatrice, ha voluto al suo lavoro e alle sue colleghe, quelle fantastiche donne che negli anni '50 aiutavano altre donne a partorire in casa.  Jennifer racconta della sua esperienza a Nonnatus House, un convento londinese che accoglieva anche apprendiste infermiere e levatrici e che forniva assistenza medica nelle Docklands, una delle aree più popolate  e povere di Londra. Quello che ne viene fuori è un misto tra un romanzo e un diario, in cui la protagonista racconta delle sue esperienze: i parti che ha seguito, dai più semplici ai più rischiosi; le persone che ha incontrato, completamente diverse tra loro nell'affrontare la gravidanza p nello stare accanto a una donna incinta; le situazioni più tragiche e quelle più dolci; nonché la sua vita insieme alle suore del convento, tra momenti esilaranti e di tristezza, e il suo rapportarsi con il mondo esterno. E da questi racconti viene fuori qualcosa di più: un ritratto fedele dell'epoca, di com'era la vita della Londra di quegli anni, narrato da un punto di vista particolare.
Chiamate la levatrice è un libro molto bello: sia per quello che racconta sia per il modo, sincero e diretto, in cui viene raccontato. Sicuramente alcune scese sono un po' impressionanti e l'autrice non si limita certo ai particolari nel raccontare i vari parti a cui ha dovuto assistere o i vari interventi come infermiera che ha dovuto fare. Però credo che parte della forza del libro stia anche in quello: il lavoro della levatrice era così e chi lo svolgeva affrontava quelle situazioni tutti i giorni e per davvero. E anche noi che siamo nati in ospedale, comunque, siamo nati tra sangue e placente che non ne vogliono sapere di uscire. C'è poco da far gli schizzinosi, quindi. 
Ho scoperto dopo aver iniziato la lettura che da questo libro è stata tratta una serie tv. Ammetto che non la conoscessi e, anche adesso, non sono sicura che andrò a cercarla e guardarla. Il libro è talmente tanto bello che non voglio rischiare in nessun modo che venga rovinato.
Titolo: Chiamate la levatrice
Autore: Jennifer Worth
Traduttore: Carla De Caro
Pagine: 493
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Sellerio
ISBN: 978-8838931444
Prezzo di copertina: 15 €
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formato brossura: Chiamate la levatrice
formato ebook: Chiamate la levatrice (La memoria)

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