CHIAMATO PER NOME
I
Fu nella punta più aguzza della guglia, dove non s’avventurano le nubi? o nel fondo d’insondabili profondità, mai penetrate da sguardo d’uomo ? o nella più riposta stanza, dove ogni rumore e grido si spegne e la corsa delle ore si acqueta ? Non so ! ma là, in un luogo senza luogo, nel silenzio oltre il silenzio, in un tempo fuori del tempo, senza parole o suono di voce, eppure ben udito, fu pronunciato il mio nome.
II Stabile e mobile luce di faro ha orientato, quel nome, il mio incerto ondeggiare , quando, non esperto, ho affrontato il tumulto del mare. Come un’antica mappa, giorno dopo giorno, l’ho compulsato, quel nome, a cercarvi una traccia per il mio navigare. Eppure nel suo chiuso mistero intatto è rimasto quel nome !
III
Il viaggio ormai s’è fatto breve: alle corde è il tempo. Presto sarà tolto da quel nome il velo. E allora finalmente saprò chi sono.
(26 genn. 2000)
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Composizione dalla raccolta: "Il Capo Posando"

