In contrasto con la visione tradizionale, secondo la quale l'opera di Marx sarebbe "limitata" ad una critica del capitalismo, e non contenga una concezione dettagliata e coerente di un'alternativa, questo libro mostra, attraverso l'analisi degli scritti, che Marx si è anche impegnato nel delineare il concetto specifico di una società post-capitalista che prescindesse dalla sua critica della produzione di valore, del lavoro alienato e dall'accumulazione capitalistica. Lungi dal concentrarsi esclusivamente sul presente, limitandosi solo a qualche accenno riferito a futuro, Peter Hudis investiga l'enfasi posta da Marx riguardo alla tendenza alla dissoluzione del capitalismo che si radica in una concezione specifica di quello che lo avrebbe rimpiazzato.
Per fare questo, Hudis non si limita a focalizzarsi su un particolare testo, o su un particolare periodo, di Marx, ma mette in atto una sorta di scansione dell'intero corpo degli scritti. Un lavoro di scavo che non trascura nessun reperto, ogni pietra viene rivoltata, nel tentativo di far venire alla luce la concezione implicita di un'alternativa. Testi spesso trascurati dalle discussioni, e nuove interpretazioni di opere solitamente discusse in contesti del tutto diversi. In fondo, un'appendice che ci fornisce una nuova traduzione delle annotazioni fatte da Marx al capitolo sulla "conoscenza assoluta" della "Fenomenologia dello spirito" di Hegel, e che costituisce una traccia - sostiene Hudis - ai fini di una lettura diversa dei "Manoscritti economico-filosofici", visti come espressione del concetto di un'alternativa al capitalismo: "L'estrema attenzione, posta da Marx, sul concetto hegeliano di auto-movimento attraverso la negatività, lo porta alla visione di una nuova società che supera i limiti di altre visioni radicali di quel tempo".
Viene elencato un numero consistente di temi che appaiono nei primi scritti di Marx, che non verranno mai abbandonati in seguito, e che sono legati dal filo di una decisa opposizione alla situazione per cui gli individui umani diventano dominati dalle relazioni sociali e dai prodotti che loro stessi realizzano: "La critica che Marx fa del capitale è parte di un'argomentazione complessa diretta contro tutti i fenomeni sociali che assumono una vita propria e che dettano il comportamento e le azioni degli agenti sociali responsabili della loro creazione". Tema centrale, qui, è la critica della falsa inversione di soggetto e predicato, vista come forma di follia, cui Marx si riferisce nei suoi primi scritti. Questa critica di un errore di ragionamento, acquista per Marx un significato normativo, quando viene applicata alla società umana nella quale i prodotti dell'azione umana arrivano a dominare i soggetti che li hanno prodotti.
L'alternativa di Marx al capitalismo è, allora, motivata dalla preoccupazione di dover porre fine al dominio degli esseri umani da parte di quelle che sono astrazioni. Questo può essere realizzato solo attraverso una struttura nella quale gli esseri umani organizzino consapevolmente la società, e nella quale le relazioni sociali diventino trasparenti. Tutto ciò coinvolge, fondamentalmente, la trascendenza del valore, determinato così com'è dal tempo di lavoro socialmente necessario, che è l'astrazione centrale che domina la vita sotto il capitalismo.
In una delle sezioni del libro, che si distingue per un'abile e lucida trattazione di un materiale altrimenti complesso, Hudis sostiene, plausibilmente, che Marx non ha mai suggerito che una società post-capitalista dovrebbe essere governata dal valore determinato dal tempo di lavoro socialmente necessario, ma piuttosto, semplicemente, che le sue prime fasi sarebbero caratterizzate dal valore determinato dall'effettivo tempo di lavoro.
Chiaramente, Hudis sembra intendere il proprio lavoro come una sorta di traccia preparatoria che serva da base ad un futuro sviluppo. Per due volte si riferisce all'opera di Marx come contenente i "contorni" di un'alternativa al capitalismo, e così ritiene che dentro questi contorni sia, tanto possibile quanto "di grande importanza", una "specifica alternativa" (un termine che usa frequentemente, insieme a "concezione specifica"). "Marx si oppone a qualsiasi tendenza a proiettare la visione di una società post-capitalista che emerga dalla testa del teorico, indipendentemente dalle lotte del proletariato", annota Hudis. Questa condizione, motivata dalla preoccupazione di Marx per l'auto-emancipazione, mette in atto delle restrizioni a proposito del modo in cui può essere ipotizzata un'alternativa al capitalismo. Più una concezione è specifica, più essa tende a riempire gli spazi dentro i contorni, più si crea un'immagine separata da quelle che sono "le lotte del proletariato" e che finisce per sovraimporsi ad esse. Oltretutto, più si cerca di riempire questi spazi, più è probabile che vengano riempiti con dei concetti intellettuali che non sono radicati nell'alternativa, bensì nel capitalismo stesso.
La forza dell'interpretazione di Hudis, risiede nell'individuare i passaggi nelle posizioni filosofiche marxiane, non nei momenti di ispirazione o "di genio", ma negli alti e bassi della lotta politica nel corso del suo tempo, con la Comune di Parigi, ad esempio, quando nota che quello che più colpisce per quel che riguarda la discussione di Marx a proposito del feticismo delle merci, è il suggerimento che è impossibile penetrare attraverso il velo della mistificazione, a meno che la critica del valore non venga fatta dal punto di vista della sua trascendenza. Il fatto che la sezione sul feticismo delle merci venga finalizzata solo dopo l'esperienza della Comune di Parigi del 1871, porta a sottolineare l'importanza di analizzare il presente dal punto di vista del futuro. Comunque, la Comune di Parigi non era "il punto di vista del futuro", ma il punto di vista nel presente. No era il punto di vista dell'aver trasceso il capitalismo, ma un punto di vista da dentro il capitalismo che poteva aiutare a puntare oltre di esso. Prima della Comune un tal punto di vista non si era ancora reso disponibile.
In questo contesto, vale la pena ricordare la definizione data da Marx, di pratica rivoluzionaria vista come "la coincidenza del variare delle circostanze e dell'attività umana, o autotrasformazione". E' questo coincidere, della trasformazione sociale e della trasformazione delle coscienze, che sottolinea come, ancora una volta, questo non significhi tanto che non si possa dire nulla sul futuro, tranne che nei periodi della rivoluzione, quanto che - a meno che la lotta non abbia avuto successo - possiamo solo conoscere i contorni dell'alternativa.
Il libro può essere letto e/o scaricato cliccando qui.
Peter Hudis - Marx´s Concept of the Alternative to Capitalism -
Brill, Leiden and Boston, 2012. 272pp., €99 / $136 hb
Introduction: Why Explore Marx’s Concept of the Transcendence of Value Production? Why Now?
The object and purpose of this study
Objectivist and subjectivist approaches to Marx’s philosophical contribution
1. The Transcendence of Alienation in the Writings of the Young Marx
Marx’s beginnings, 1837–41
Marx’s critique of politics and philosophy, 1842–3
Marx’s critique of economics and philosophy, 1843–4
Discerning the ideal within the real, 1845–8
Evaluating the young Marx’s concept of a postcapitalist society
2. The Conception of a Postcapitalist Society in the Drafts of Capital
The ‘first draft’ of Capital: The Poverty of Philosophy (1847)
The ‘second draft’ of Capital: the Grundrisse (1858)
The ‘third draft’ of Capital: the manuscript of 1861–3
3. The Vision o the New Society in Marx’s Capital
Volume I of Capital
Volumes II and III of Capital
4. Marx’s Late Writings on Postcapitalist Society
The impact of the Paris Commune on Marx
The Critique of the Gotha Programme and ‘Notes on Wagner’
Conclusion: Evaluating Marx’s Concept of a Postcapitalist Society
Appendix: Translation of Marx’s Excerpt-Notes on the Chapter ‘Absolute Knowledge’ in Hegel’s Phenomenology of Spirit
Bibliography
Index