Magazine Società

Chiamiamo le cose con il proprio nome

Creato il 14 dicembre 2011 da Fabio1983
Sono stato poco fa al telefono con Aly Baba Faye (se non lo conoscete andate qui e iniziate a seguire il suo blog). Aly mi spiegava una cosa semplice semplice, in merito alla tragedia che si è consumata ieri a Firenze: se le argomentazioni del giorno dopo si riducono ad analizzare il “fenomeno” CasaPound (come gli è capitato di assistere in un'intervista stamattina) e non si affronta la questione alla radice – che è molto più celata di quanto si pensi – allora il razzismo (questo è) continuerà a fare le sue vittime innocenti. Aly lo ha scritto chiaro e tondo nel suo blog (articolo che poi ha concesso a T-Mag): 
In ogni caso dobbiamo in quanto democratici riconoscere la sconfitta dell’antirazzismo tradizionale. Credo sia urgente rilanciare una nuova pedagogia antirazzista per bonificare l’Italia multietnica se vogliamo che essa abbia un futuro sostenibile. Oggi in particolare con l’incalzarsi della crisi economica che rischia di tramutare la conflittualità sociale in conflitti culturali dobbiamo essere vigili e fare in modo che le scorie del razzismo e della xenofobia siano ridimensionate. E’ una responsabilità di tutti e di ciascuno debellare l’odio e la violenza. Abbiamo tollerato e siamo stati assuefatti del “razzismo popolare” che ha conformato la società italiana di oggi. La classe politica, i media e altre agenzie formative devono prendere più sul serio questo fenomeno che è stato trattato spesso con superficialità e superbia. Non è questione di buonismo ma di cura della società per la convenienza di tutti. Il problema non è solo della minoranza razzista che fa troppo rumore ma la maggioranza silenziosa che non sembra più capace di indignarsi. E’ urgente liberarsi dall’anestesia della coscienza collettiva per uscire dall’assuefazione e della tolleranza della violenza razzista. Se questo paese vuole avere un futuro sostenibile, se vuole investire nell’armonia e nella coesione allora è ora che si prenda sul serio il divenire multietnico dell’Italia cosmopolita. L’Italia di oggi non ha solo il problema del rigore dei conti ma deve iniziare a fare i conti con l’esigenza di un rigore etico.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :