CHIAMIAMOLI PURE DEFINANZIAMENTI, MA SONO SEMPRE TAGLI
Mentre Obama decide di abolire le esenzioni fiscali per i contribuenti più facoltosi, noi italiani cerchiamo di non disturbare i ricchi. Non si mettono le patrimoniali né si tassano le transazioni finanziarie, perché i ricchi con i loro capitali scapperebbero. Ma dove? Verso l’Inghilterra dove Cameron ha già invitato i ricchi francesi minacciati da Hollande.
Tutti sono d’accordo sulla “spending review”.
La Bce, il Fondo Monetario dicono addirittura che si tratta di una riforma. Gli industriali, a parte Squinzi, sono d’accordo. Il Pdl è talmente d’accordo che giunge ad ipotizzare che Monti resti premier anche dopo il 2013, Berlusconi permettendo.
Sono tutti d’accordo sui tagli, ancora una volta sulla scuola, sulla ricerca, sulla sanità, e sugli impiegati dello Stato.
Un furore di risparmio sulle tasche e sui lavori degli altri, che esclude, rigorosamente, di disturbare i ricchi che potrebbero “scappare”. Questa “spending review” non è altro che la fotocopia dei tagli lineari di Tremonti, eppure mentre i giornali che, al tempo di Tremonti gridavano allo scandalo, ora sembrano pensare ad altro, come fa il “Fatto Quotidiano”, alla ricerca disperata dello scandalo, appunto quotidiano, e se ne frega altamente delle questioni economiche e politiche che ci stanno travolgendo.
Tagli, veri e propri massacri sui soliti, ma li chiamano con parole gentili “definanziamenti”.
Tuttavia manca adesso qualcosa di importante per la sopravvivenza del paese: la politica, quella che deve portare un’aria nuova, se questo paese vuole respirare.
Vanno bene i tecnici o le lotte contro i corrotti, ma ci vuole la politica, che riporti il vento della giustizia sociale, della giustizia che chi ha di più deve pagare di più, perché questa crisi non l’hanno voluta i poveracci impiegati statali e neppure gli ammalati o i vecchi incolpati di campare troppo e di rubare i soldi della pensione ai figli, ma l’hanno prodotta le speculazioni finanziarie dei ricchi, delle banche, quelli che possono disporre di immensi patrimoni e che adesso vogliono strozzarci tutti.
Così torniamo indietro di duecento anni. Si sta instaurando di nuovo la schiavitù per fare contenti i ricchi.