In Shopping con Jane Austen, Laurie Viera Rigler aveva raccontato le peripezie di Courtney, trentenne californiana di oggi in crisi sul lavoro e con l'ex fidanzato, super fan di Jane Austen al punto di collezionare tutto quello che la riguarda, che si risvegliava un mattino nei panni di Jane Mansfield, fanciulla dei primi dell'Ottocento, scoprendo croci e delizie di un mondo che aveva imparato ad amare e ad idealizzare grazie ai romanzi della scrittrice inglese ma che non era certo perfetto, soprattutto per chi è abituato agli agi del Ventunesimo secolo.
Nel seguito, In viaggio con Jane Austen ritroviamo invece Jane Mansfield che si risveglia nei panni di Courtney, in un mondo dove esistono sveglie, smart phone, tv con lettori dvd, computer, dove i diritti delle donne si sono comunque evoluti ma dove il rapporto con l'altro sesso può lasciarti perplessa soprattutto se abituata al distacco del primo Ottocento, e dove cercherà di mettere ordine nella vita della sua omologa, a dir poco caotica.
Shopping con Jane Austen aveva dei momenti a dir poco esilaranti, soprattutto quando Courtney si confrontava con le diverse usanze igieniche, cosa di cui la Austen non parlava mai nelle sue storie. In viaggio con Jane Austen è più intimista, con molta riflessione da parte di questa ragazza dell'altro ieri catapultata in un mondo che non capisce e che non conosce (a differenza di Courtney, che qualcosa, anche se non le cose più imbarazzanti, sapeva dell'Inghilterra della Reggenza), e che cercherà nel suo piccolo di migliorare.
Entrambi i romanzi rendono omaggio a Jane Austen, morta a quarant'anni nel 1817, autrice abbastanza popolare in vita ma oggi a dir poco di culto, considerata la madre di tutta la narrativa al femminile sentimentale, buon ultima la chick lit che oggi va per la maggiore. Dietro a Bridget Jones, a Carrie Bradshaw con le sue Manolo Blahnik, alle protagoniste di Sophia Kinsella, a tutte le storie di ragazze d'oggi che si confrontano, sotto ogni latitudine, con lavori non sempre soddisfacenti (e Jane ha il coraggio di fare quello che Courtney non farebbe mai, cioè di provare a cambiare vita, lei che viene da un'epoca in cui è impensabile fare l'Università e svolgere un'attività retribuita) e con uomini non certo in stile Darcy, c'è sempre l'ombra di Jane.Non è un caso che ci siano infatti tanti romanzi che la omaggiano, più o meno apertamente, e che si ispirano a lei, come, oltre a questi due, le serie gialle di Carrie Bebris e di Stephanie Barron. Il suo è un mondo che fa sognare, lontano, ma ancora estremamente attuale e valido oggi, tra romanticismo e realismo, umorismo e concretezza.
Courtney e Jane, una ragazza di oggi e una ragazza di ieri, hanno molto più in comune di quello che si può pensare, e forse anche molto grazie a Jane Austen, autrice che nell'Ottocento fu una delle prime donne a guadagnarsi da vivere con la scrittura e che oggi è capace ancora di divertire e di dare lezioni di vita e di bon ton.
Chissà se ci sarà un terzo capitolo delle avventure di queste due austeniane di ferro, perché in fondo le loro avventure restano ancora aperte: di certo Laurie Viera Rigler, insegnante di scrittura creativa e membro della Jane Austen Society del Nord America, continuerà ad avere come interesse primario questa autrice che forse non si sarebbe aspettata, come Jane, di essere ancora letta, amata, guardata ad esempio e trasposta in mezzi che allora non esistevano come tv e cinema, dalle ragazze nate e vissute due secoli dopo.
Elena Romanello