Magazine Cultura
Le zampe di gallina sono tornate! Mettete da parte la noia e preparatevi a una scarica da migliaia di volts!
E' uscito nei negozi di dischi due giorni fa il secondo album in studio dei Chickenfoot, supergruppo formato da Sammy Hagar (successore di David Lee Roth nei Van Halen) alla voce, Michael Anthony (ex Van Halen pure lui) al basso e ai cori, Chad Smith (superbatterista dei Red Hot Chili Peppers) a picchiare i tamburi come un forsennato e Joe Satriani a consumare la sua sei corde fino al midollo.... Per la registrazione di questo secondo lavoro i quattro si sono affidati alla produzione di un mostro dell'industria discografica come Mike Fraser, e finalmente, dopo vari annunci e un lavoro di registrazione e missaggio durato mesi e costantemente raccontato quasi passo passo dagli stessi componenti della band tramite interviste e annunci in rete, il risultato è pronto per rovesciare watt nelle radio.
Anticipato il 2 agosto dal primo singolo, "Big foot", dopo essere stato annunciato dall'inizio con il titolo di "Chickenfoot IV" è invece stato stampato come "Chickenfoot III", (ancora non è dato sapere perchè, visto che non è nè il quarto, nè tantomeno il terzo album della band) e rappresenta una conferma per un gruppo che molti predicevano essere destinato a rimanere una specie di meteora. Lo spirito dell'album è lo stesso del suo predecessore e lo stesso che aveva dato vita alla band.... Come da loro stessa ammissione i Chickenfoot sono quattro amici che suonano insieme nel tempo libero, e lo fanno per il semplice gusto di divertirsi e fare musica insieme, senza obiettivi precisi, nè tantomeno date di scadenza per nuovi album. Forse è proprio questo il punto di forza dei quattro, una semplice voglia di suonare insieme e nessun costringimento, di nessun tipo. In un'atmosfera "giocosa", se così la vogliamo chiamare, gli stili diversi dei componenti si mescolano in una ricetta che porta a spaziare dall'hard rock più classico al funky, da un rock più commerciale alla fusion, fino a toccare gli opposti vertici di heavy metal e blues, il tutto contornato dall'indiscutibile classe individuale di ognuno....
Insomma i Chickenfoot sono tornati e non si sono risparmiati, gli 11 pezzi della tracklist di base filano via durante l'ascolto senza lasciare spazio alla noia, e riversano tutta la carica dei quattro direttamente nelle orecchie dell'ascoltatore, senza filtri. C'è spazio per un po' tutto, c'è l'hard rock senza troppe chiacchiere di brani come "Last Temptation", "Lighten Up" o "Up Next", che riportano alla mente Led Zeppelin e Deep Purple senza timori reverenziali, brani più commerciali come "Different devil", dove l'accoppiata di ex Van Halen formata da Hagar e Anthony fa prevalere il rock anni '80 di cui sono stati protagonisti, c'è la rockeggiante "Alright alright", strutturalmente più in stile Stones, con in più le svisate da paura di un Joe Satriani a ruota libera, c'è "Big Foot", il singolo di lancio, forse il pezzo meno riuscito di tutto l'album ma comunque un ottimo brano, ci sono le emozioni, quelle più romantiche di "Come closer" e quelle rabbiose di "Three and a half Letters", pezzo di protesta conto la crisi economica statunitense, con Smith a martellare come fosse un punk, la chitarra di Joe un'ottava sotto e la voce graffiante di Sammy che non risparmia le accuse e finisce urlando strozzato "I need a job!". C'è poi lo spazio anche per l'ottima ballad elettrica "Something Going Wrong" e per l'hard blues cadenzato di quella che si candida ad essere la punta di diamante dell'album, "Dubai blues", in cui Michael Anthony e Chad Smith incrociano basso e batteria in un connubio perfetto, pronto ad aprirsi come un cielo nuvoloso con i fulmini della chitarra del solito, spettacolare Satriani. Satriani che tiene i colpi grossi per la traccia di chiusura, la hidden track "No change", in cui l'attenzione è tutta per la cattiveria di Sammy Hagar e la Ibanez di Joe, che alla fine dei 4 minuti e mezzo di durata del pezzo se ne esce davvero sfinita....
Una vera prova di forza e di classe questo "Chickenfoot III", un album che non aggiunge niente di nuovo al panorama musicale, ma nemmeno si prefigge di farlo, un onesto album di sanissimo rock, da infilare nel lettore e lasciar correre per i suoi poco più che 45 minuti al massimo volume.... L'album è in vendita in digital download, vinile, e cd in tre versioni, la base con il solo cd audio, la versione "Classic Rock Magazine Fanpack" messa in vendita dalla rivista inglese e contenente due bonus track live, e la versione Deluxe con la ristampa di "Chickenfoot", primo lavoro della band, e doppio DVD contenente videoclip e live. Non mi resta che consigliarvi l'ascolto del disco e postarvi la potenza della hidden track "No change", e mi raccomando, prima regola: IL VOLUME DEVE ESSERE ALTO!
Tracklist
1. Last Temptation
2. Alright, Alright
3. Different Devil
4. Up Next
5. Lighten Up
6. Come Closer
7. Three and a Half Letters
8. Big Foot
9. Dubai Blues
10. Something Going Wrong
11. No Change (Hidden track)
Contenuti aggiuntivi Classic Rock Magazine Fanpack
11. Down the Drain (Live in Phoenix)
12. Oh Yeah (Live in Phoenix)
Contenuti aggiuntivi Deluxe Edition
Disc 2 (Chickenfoot - 2009)
1. Avenida Revolucion
2. Soap On A Rope
3. Sexy Little Thing
4. Oh Yeah
5. Runnin' Out
6. Get It Up
7. Down The Drain
8. My Kinda Girl
9. Learning To Fall
10. Turnin' Left
11. Future In The Past
12. Bitten By The Wolf
Disc 3 (DVD)
1. EPK
2. Big Foot (Videoclip)
3. Turning Left (Live in Phoenix)
4. Sexy Little Thing (Videoclip)
Disc 4 (DVD)
1. Avenida Revolucion (Live)
2. Soap On A Rope (Live at Montreaux 2009)
3. Sexy Little Thing (Live at Montreaux 2009)
4. Oh Yeah (Live)
5. Runnin' Out (live)
6. Get It Up (Live)
7. Down The Drain (Live at Montreaux 2009)
8. My Kinda Girl (Live)
9. Learning To Fall (Live)
10. Turnin' Left" (Live)
11. Future In The Past (Live)
12. Bitten By The Wolf (Live)
13. Soap On A Rope (Videoclip)
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